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“Signore, è bello per noi restare qui!”. Trasfigurazione del Signore

Il commento al Vangelo domenicale di S. E. Mons. Francesco Cavina

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Celebriamo oggi la solennità della Trasfigurazione di Gesù. Si tratta di un episodio nel quale il Signore manifesta a Pietro, Giacomo e Giovanni la sua gloria di Figlio di Dio. L’evento avviene su un monte che nella tradizione biblica è per eccellenza il luogo della rivelazione di Dio.

Il ricordo dell’esperienza vissuta ha profondamente segnato la vita dei tre apostoli e la riprova è data dal fatto che San Pietro, in una delle sue lettere indirizzate ai primi cristiani per confortarli e sostenerli nella persecuzione che si era scatenata contro di loro, ricorda – è la seconda lettura della Santa Messa di oggi – l’episodio con queste parole: siamo stati testimoni oculari della sua grandezza. Egli ricevette infatti onore e gloria da Dio Padre quando dalla maestosa gloria gli fu rivolta questa voce: ‘Questi è il Figlio mio prediletto nel quale mi sono compiaciuto’. Poi precisa: Questa noi l’abbiamo udita discendere dal cielo mentre eravamo con lui sul santo monte.

La trasfigurazione, dunque, rivela agli apostoli Cristo come non lo conoscevano nella vita di tutti i giorni. Gesù sta davanti a loro come il Figlio di Dio, al quale bisogna prestare fede assoluta e obbedienza.

Durante la trasfigurazione il volto di Gesù diviene “altro”, è lo stesso di prima, ma in esso traspare qualcosa di insolito. Inoltre, le Sue vesti diventano “candide come la luce”. Si trasformano, diventano di una lucentezza unica. Il volto e le vesti di Cristo rivelano l’invisibile splendore e la bellezza di Dio. Gesù appare nella sua gloria di Figlio di Dio. E così i suoi tre amici possono intuire ciò che egli intende quando parla della sua resurrezione.

I discepoli sono sopraffatti dalla gioia e dicono: “Signore, è bello per noi restare qui!”. Si tratta di una reazione che tutti abbiamo vissuto quando ci siamo trovati a vivere un momento di consolazione o di unione profonda con il Signore. La Trasfigurazione, dunque, è un anticipo di paradiso dove contempleremo Cristo non per un momento, ma per un’eternità senza fine.

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La condizione per conseguire il traguardo della vita ci viene posta da Dio stesso, ed è quella di ascoltare Gesù: “Questi è il Figlio mio, l’eletto; ascoltatelo!” “Ascoltatelo” significa fare abitare il Signore in noi, divenire sua dimora, lasciarsi guidare da Lui. La vita è un cammino non sempre facile verso il cielo. Il pensiero di ciò che ci attende ci aiuterà ad essere forti e perseveranti.