Una comunicazione via social per una dichiarazione che cambia la vita della società. In Messico la Prima Sezione della Corte Suprema di Giustizia della Nazione (SCJN) ha dichiarato il 6 settembre "incostituzionale" la penalizzazione dell'aborto nel codice penale federale. La motivazione, pubblicata sui sociale, sarebbe la violazione dei "diritti umani delle donne e delle persone con la capacità di gestare".

Tutto nasce da una richiesta presentata dall'organizzazione femminista Grupo de Información en Reproducción Elegida (GIRE) contro gli articoli 330, 331 e 332 del codice penale federale, che stabiliscono le sanzioni per le donne che abortiscono, per i professionisti della salute che eseguono la procedura e per coloro che spingono le donne ad abortire. Respinti anche gli articoli 333 e 334, che stabiliscono i casi in cui il reato di aborto non ha pena. La decisione sarebbe una "garanzia" per avere "aborti sicuri" senza criminalizzazioni.

Non si tratta di un cambio della legislazione, che spetta al parlamento, ma di una sentenza che fa giurisprudenza e  fa pressione sui senatori e sui deputati per rimuovere la protezione del diritto alla vita nel codice penale federale. E  trasmette il messaggio alla società che si può togliere la vita a un figlio o a una figlia prima di nascere. E che un figlio o una figlia non meritano la stessa protezione della legge prima di nascere come dopo la nascita" ha detto Marcial Padilla, direttore della piattaforma provida ConParticipación.

"Come cittadini dobbiamo far sì che questo cambi e che l'unica cosa giusta e ragionevole sia proteggere allo stesso modo la madre e il figlio", ha detto.