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Ucraina, Santa Sofia di Kyiv e il centro di Leopoli considerati a rischio dall’UNESCO

La guerra mette sotto la lente di ingrandimento due siti storici. È una precauzione, ma potrebbe salvare alcuni monumenti

Santa Sofia, Kyiv | La cattedrale di Santa Sofia a Kyiv | Wikimedia Commons Santa Sofia, Kyiv | La cattedrale di Santa Sofia a Kyiv | Wikimedia Commons

La cattedrale di Santa Sofia di Kyiv e il centro medievale di Lviv (Leopoli) sono stati inclusi lo scorso venerdì tra i siti del Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO e considerati in pericolo. Non si tratta di una decisione che include un meccanismo coercitivo. Tuttavia, la formale protezione internazionale potrebbe proteggere i siti dai possibili attacchi dei russi.

La Cattedrale di Santa Sofia è considerata la chiesa madre di ortodossi e greco cattolici ucraini, ma già dal tempo sovietico era stata trasformata in un Museo e usata raramente per le funzioni liturgiche. Il centro medievale di Leopoli racconta la storia di quel territorio, nella parte occidentale dell’Ucraina, che porta con sé una grande eredità.

Nessuno dei due siti ha subito esplicitamente attacchi durante l’aggressione su larga scala della Russia sull’Ucraina. A Lviv, e in generale nella parte ovest dell’Ucraina, gli attacchi sono arrivati solo sotto forma di droni occasionali, mentre gli attacchi sulla capitale Kyiv non hanno mai posto Santa Sofia come un possibile obiettivo.

Il Comitato del Patrimonio Mondiale ha comunque deciso di dichiarare i due siti in pericolo nella sua 45esima sessione, in corso in Arabia Saudita. Anastasia Bondar, viceministro della cultura ucraina, ha affermato che l’Ucraina è “molto felice di avere una storia e una cultura molto ricca e ci teniamo a dire che è una storia di mille anni e vogliamo preservarla per le generazioni future”.

La cattedrale di Santa Sofia, con la sua cupola dorata, fu costruita nell’XI secolo nel cuore di Kyiv. Il modello era quello della cattedrale di Santa Sofia a Istanbul. La cattedrale ucraina, ora museo, include una grande collezione di mosaici e affreschi.

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Utilizzata nell’XI secolo come luogo di sepoltura per i governatori del principato di Kiev, fu confiscata dai sovietici nel 1934, e fu reclamata da varie Chiese. Negli anni Ottanta, si era pensato di dare la cattedrale alla Chiesa Ortodossa Russa, ma questa decisione non fu approvata dai partiti del governo, che invece decisero di aprire la cattedrale al pubblico e di trasformarla in un museo.

Il centro storico di Leopoli si trova vicino alla frontiera con la Polonia, e lì un castello del V secolo si alza sopra le strade e piazze. Il sito include una sinagoga, ma anche edifici religiosi ortodossi, armeni e cattolici.

L’UNESCO ha anche incluso tra i siti a rischio la Lavra di Kyiv, o monastero delle cave, un enorme complesso di monasteri e chiese che risale al periodo tra l’XI e il XIX secolo. Alcune delle chiese del complesso sono connesse in un labirinto di cave di più di 600 metri. La Lavra di Kyiv è stata, tra l’altro, oggetto di una disputa quando, scaduta la concessione del governo alla gestione del Patriarcato di Mosca, la Lavra è stata destinata dal governo alla Chiesa Ortodossa Ucraina, l’autocefalia ucraina che si è costituita nel 2018.