“C’è una corsa esasperata al profitto, dove il fine non è più l’uomo, ma la produttività, il guadagno personale. L’uomo vale meno rispetto all’economia e non si è attenti alla sicurezza”. Lo ha detto il Cardinale Angelo De Donatis, Vicario Generale di Sua Santità per la Diocesi di Roma, nell'omelia pronunciata domenica scorsa durante la Messa per la 76/ma Giornata Nazionale per le vittime degli incidenti sul lavoro.

“Lavorare nella vigna di un altro, immagine di ogni lavoro, indica – ha osservato il Vicario di Roma - un senso di corresponsabilità e di dignità che è offerta a tutti. Le braccia, le mani, le competenze intellettuali e manuali, messe al servizio della società attraverso il lavoro, sono braccia, mani, corpi e anime da tutelare, da difendere, non da sfruttare e da disprezzare. Dietro quelle braccia ci sono i valori di una vita, di una famiglia, di relazioni, di affetti, di fatiche del corpo e del cuore”.

“La celebrazione di questa giornata – ha detto ancora il porporato - vuole essere un segno di speranza per molti. Abbiamo bisogno di sicurezza, come di una siepe costruita con cura intorno alla vigna; ma abbiamo bisogno anche di umanità, di attenzione ai dettagli, di chi riesce a dare un’anima al lavoro che si fa”.

“La pietra scartata – ha concluso il Cardinale De Donatis - diventa una pietra d’angolo e il Signore darà la vigna ad altri capaci di farla fruttificare. Dio non mette la parola fine. Dopo la morte splenderà la Luce della resurrezione. Dio non spreca la sua eternità in vendette, ma introduce la novità propria del Vangelo: la storia perenne dell’amore e del tradimento tra uomo e Dio non si conclude con un fallimento, ma con una vigna nuova”.