Nel  Vangelo di questa domenica, Gesù elenca tre peccati che svuotano la vita dei discepoli di Cristo

Il primo è l’ipocrisia: dicono e non fanno; il secondo è la vanità: fanno tutto per essere ammirati dagli uomini; il terzo è il gusto del potere. “Sembrano queste, piccole cose” predicava san Giovanni Crisostomo, “ma sono causa di grandi mali. Di qui proviene la rovina delle Chiese”. La parola del Signore ci offre anche altre indicazioni per vivere in pienezza la vita di Cristo. L’ agire nascosto invece dell’apparire; la semplicità invece della doppiezza; il servizio invece del potere. Gesù, inoltre, dichiara che il criterio della grandezza è quello del servizio; non quello del primo, ma dell’ultimo posto: “Il più grande tra voi sia vostro servo”. Lui è il grande in assoluto perchè è il Figlio di Dio. Anziché pretendere che il mondo si metta ai suoi piedi - come sarebbe stato un suo diritto - si è messo ai piedi di tutti. Si è fatto il servo che lava i piedi ai discepoli. In questo modo da Signore della vita si è fatto il servo di ogni vita. Dio come un servo non esige, ma sostiene; non pretende, ma si prende cura; non rivendica diritti, ma risponde ai bisogni. E’ veramente un Servitore ineguagliabile! Cristo, con l’Incarnazione, si è fatto fratello e da fratello si è fatto ultimo. Gesù cambia la radice del potere, la capovolge e rivela che ogni uomo è capace di potere solo se è capace di servire. Servizio: questo è il nome nuovo, il nome segreto della civiltà, perché questo è lo stile di Dio.

Il Signore chiede oggi a tutti coloro che sono impegnati nella Chiesa, non importa in quale responsabilità, a non fare passare i propri pensieri, ma ad essere voce fedele dell’unico Maestro che è Cristo. Nessuno, all’interno della Chiesa, deve avere la sfrontatezza di fare passare le propri incertezze, inquietudini o teorie personali come Vangelo o Concilio. Mi sembra utile riportare l’orazione che riassume i temi delle letture bibliche di questa domenica. In essa il sacerdote, a nome di tutti chiede: “O Dio, creatore e Padre di tutti, donaci la luce del tuo Spirito, perchè nessuno di noi ardisca usurpare la tua gloria, ma, riconoscendo in ogni uomo la dignità dei tuoi figli, non solo a parole, ma con le opere, ci dimostriamo discepoli dell’unico Maestro che si è fatto uomo per amore”.