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Il Cardinale Zuppi: "Il prete è uomo del futuro, non una figura del passato"

L'Arcivescovo di Bologna ha aperto ad Assisi la 78/ma Assemblea Generale Straordinaria della Conferenza Episcopale Italiana

Il Cardinale Matteo Maria Zuppi, Presidente della CEI - Conferenza Episcopale Italiana |  | Il Cardinale Matteo Maria Zuppi, Presidente della CEI - Conferenza Episcopale Italiana Il Cardinale Matteo Maria Zuppi, Presidente della CEI - Conferenza Episcopale Italiana | | Il Cardinale Matteo Maria Zuppi, Presidente della CEI - Conferenza Episcopale Italiana

“Il primo pensiero è rivolto alle guerre che dominano gli scenari del mondo, con il loro tragico seguito di morti, violenze, distruzioni, barbarie e profughi. Non c’è pace senza sicurezza e questa non può essere garantita solo dalle armi! La pace è il problema dei problemi, perché la guerra genera ogni male e versa ovunque i suoi veleni di odio e violenza, che raggiungono tutti, pandemia di morte che minaccia il mondo. L’alternativa alla guerra è riprendere a trattare con buona volontà e rispetto dei vicendevoli diritti. Non bisogna smettere di credere che si può arrivare a comprendersi! Non è ingenuità, ma responsabilità!”. Lo ha detto il Cardinale Matteo Maria Zuppi, Arcivescovo di Bologna e Presidente della CEI, nella relazione di apertura della 78/ma Assemblea Generale Straordinaria della Conferenza Episcopale Italiana che si è aperta nel pomeriggio ad Assisi.

Parlando del conflitto in Terra Santa il Presidente della CEI ha ringraziato per la sua testimonianza il Cardinale Pizzaballa che “testimonia la vicinanza pacifica della Chiesa cattolica a tutti coloro che sono nella sofferenza e indica con coraggio la via della riconciliazione e della difficile ma indispensabile soluzione politica”. “L’odio – ha aggiunto il Cardinale Zuppi -  non deve mai giustificare la violenza contro gli innocenti. Preoccupa, in queste ore, il risorgere dell’antisemitismo. Sappiano i nostri fratelli ebrei italiani che la Chiesa non solo è loro vicina, ma che considera ogni attacco a loro, anche verbale, come un colpo a sé stessa e un’espressione blasfema di odio”.

Ricordando poi le devastazioni ambientali in Italia, non è mancato l’appello per la cura del creato. “È tempo – ha scandito il porporato - di avanzare proposte concrete, perché vi siano comportamenti adeguati a questi cambiamenti climatici e non si espongano i poveri e le future generazioni a enormi tragedie”.

Il Cardinale Zuppi ha poi scattato una istantanea della situazione italiana: “nel nostro Paese nel 2022 i poveri assoluti sono il 9,7% del totale della popolazione, cioè quasi 5 milioni 700mila persone. E, dato ancor più allarmante, tra questi poveri rientra il 21% delle famiglie con 3 o più figli minori. Particolarmente urgente è diventata la questione casa: il costo di mutui e affitti rischiano di strozzare molte famiglie che hanno lavori precari e sottopagati. Sentiamo la necessità di una politica della casa che interpella tutti. Nelle città turistiche si preferisce guadagnare trasformando gli appartamenti in B&B piuttosto che affittare a prezzi calmierati alle famiglie o a studenti fuori sede. La somma di egoismi fa perdere di vista il rapporto tra la proprietà e il bene comune, tra i beni privati e la destinazione universale dei beni. Guardando al futuro del nostro Paese, alla crisi della natalità che da anni suscita grande preoccupazione ma non altrettante risposte, penso alla presenza di persone di origine non italiana, giunte qui emigrando: i loro figli, cresciuti con i nostri, parlano la nostra lingua e si pensano tra noi. Nessun governo finora ha posto mano seriamente a dare la cittadinanza a chi cresce in Italia, per offrire l’orgoglio di sentirsi pienamente parte di una comunità della quale vivere diritti e doveri”.

Poi un avviso al governo dopo l’accordo per limitare l’immigrazione sottoscritto con l’Albania. “Non abbiamo ancora tutti gli elementi per comprendere come sarà realizzata la creazione dei centri in Albania per i richiedenti asilo. Auspichiamo che i diritti umani dei richiedenti asilo siano rispettati. Riaffermiamo che sui migranti serve un’azione dell’Europa corale, comune e condivisa dove l’esternalizzazione non può essere la soluzione. Riaffermiamo come sul tema dell’emigrazione è necessaria un’Europa consapevole, responsabile e davvero unita e solidale, che non lasci l’Italia da sola. Le due bandiere, italiana ed europea, esposte sui nostri edifici, suggeriscono ai concittadini che l’Unione non è un accessorio, ma un modo di pensare l’Italia, pienamente sé stessa ed europea. Questa realtà, non semplice da gestire politicamente, è presente al Governo e al Parlamento, ma deve crescere nella coscienza dei cittadini e degli attori della politica”.

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Non poteva mancare poi un accenno al Sinodo che si è svolto il mese scorso in Vaticano. “Ho visto confermata – ha ammesso il Cardinale Zuppi - la consonanza con buona parte dei temi emersi dalla consultazione delle nostre Chiese particolari. Abbiamo più volte ribadito l’importanza dell’apporto di tutto il popolo di Dio, dei laici, delle parrocchie, dei movimenti e di ogni tipo di associazione”.

Ed ecco il passaggio relativo al “processo di riforma degli Uffici e dei Servizi della Segreteria generale della Conferenza Episcopale Italiana. La CEI è casa nostra e vogliamo che sia sempre più accogliente ed efficace nel suo servizio. L’obiettivo è quello di una struttura certamente più essenziale, snella e, per questo, più efficace nel supportare i Vescovi nel loro ministero. Siamo solo all’inizio del confronto fedeli ai principi che devono ispirare la riforma, missionarietà, sinodalità e diaconia. Ne abbiamo bisogno. Non si tratta di una mera riorganizzazione, ma del frutto di un percorso condiviso, in quel confronto che stiamo sperimentando in questi anni. Il tempo che abbiamo davanti ci vedrà quindi impegnati in questo compito improrogabile, nella consapevolezza che lungo il cammino potrebbe realisticamente essere opportuno compiere alcuni adeguamenti”.

Dopo aver ribadito l’impegno della Chiesa italiana per la tutela dei minori, il presidente della CEI ha spiegato che l’Assemblea si occuperà “della formazione dei futuri preti con l’esame della Ratio nazionale per i Seminari. Il nostro confronto non deve essere ripiegato sul solo presente, ma richiede la profondità di un futuro in cui lo Spirito certamente ci suggerirà e ci ispirerà le scelte migliori per l’intero popolo di Dio. Il diminuito numero dei preti può indurre a pensare in maniera pessimistica che il prete sia una figura del passato. Non è così! La figura e il ministero del prete sono decisivi nella Chiesa di oggi e nella Chiesa del futuro. Il popolo cristiano lo sa e ci tiene ai suoi preti e li cerca, come constato tante volte. Il prete è l’uomo del futuro, ispirato dal Vangelo e dal modello di Gesù: vive per gli altri, per la sua comunità, per i poveri, ma anche per coloro che sono lontani ed estranei al suo ambiente”.