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La Dottrina della Fede ribadisce: cattolicesimo e massoneria sono incompatibili

In un altro responso pubblicato sul sito del dicastero, riguardante l’ascesa dei fedeli iscritti alla massoneria nella Filippine. Il dicastero ribadisce l’insegnamento della Chiesa e chiede di valutare azioni pastorali

Sant'Uffizio | Il Palazzo del Sant'Uffizio, sede del Dicastero della Dottrina della Fede | Wikimedia Commons Sant'Uffizio | Il Palazzo del Sant'Uffizio, sede del Dicastero della Dottrina della Fede | Wikimedia Commons

I fedeli cattolici non possono aderire alla Massoneria, data la sua inconciliabilità con gli insegnamenti della Chiesa. Lo ribadisce il Dicastero per la Dottrina della Fede, in una nota a seguito di una udienza con il Santo Padre del 13 novembre 2023, rispondendo ad una domanda del vescovo Julito Cortes di Dumaguete (Filippine), preoccupato dal fatto che sempre più fedeli aderiscano tra le file dei “liberi muratori”. La risposta del dicastero è pastorale, e chiede una azione coordinata dei vescovi, basata sulla catechesi che ribadisca l’insegnamento della Chiesa.

Si legge nel testo – pubblicato sul sito del Dicastero – che il vescovo Cortes, “dopo aver spiegato con preoccupazione la situazione causata nella sua Diocesi dalla continua ascesa nel numero dei fedeli iscritti alla Massoneria, chiedeva suggerimenti in merito come rispondere adeguatamente a questa realtà dal punto di vista pastorale, tenendo conto anche le implicazioni dottrinali legate a questo fenomeno”.

Nella nota preparata per il Papa, si metteva in luce che “l'appartenenza alla Massoneria è molto significativa nelle Filippine; non implica solo coloro che sono formalmente iscritti a Logge massoniche ma, più in generale, di grandi dimensioni numero di simpatizzanti e associati che sono personalmente convinti che non esista contrapposizione tra appartenenza alla Chiesa cattolica e alle logge massoniche”.

Si è deciso dunque che il Dicastero intervenisse, coinvolgendo la Conferenza Episcopale delle Filippine per mettere in atto una strategia coordinate tra i vescovi.

“Sul piano dottrinale – si legge nella nota - va ricordato che l’adesione attiva alla massoneria da parte di un fedele è vietata a causa dell'inconciliabilità tra dottrina cattolica e massoneria”, come stabilito sia dalla Dichiarazione sulla Massoneria della Congregazione della Dottrina della Fede del 1983 che dalle linee guida pubblicate dagli stessi vescovi filippini nel 2003.

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Il Dicastero stabilisce che “pertanto, coloro che sono formalmente e consapevolmente si sono iscritti a Logge Massoniche e hanno abbracciato la Massoneria principi rientrano nelle disposizioni della suddetta Dichiarazione. Queste misure si applicano anche agli eventuali chierici iscritti alla Massoneria”.

Il Dicastero propone quindi ai Vescovi filippini di “condurre catechesi accessibili al popolo e in tutte le parrocchie sulle motivazioni l’inconciliabilità tra Fede Cattolica e Massoneria”, valutando anche se “sia il caso di fare un pronunciamento pubblico in merito”.

Ci sono oltre 600 documenti dei Papi che condannano la massoneria, in maniera diretta e indiretta, mentre il magistero dei Papi esplicitamente dedicato al fenomeno massonico è rappresentato da una raccolta di documenti che va dalla enciclica di Clemente XII In Eminenti Apostolatus Specula del 28 aprile 1738 fino alla Annum Ingressi di Leone XIII del 1902, passando per la Humanum Genus dello stesso Papa che è una vera e propria pietra miliare nella lotta alla massoneria. Una era ricchissima, necessaria per comprendere come i Papi guardassero al fenomeno massonico, ufficialmente fondato nel 1717 dal pastore Anderson in Inghilterra.

Dal 1903 non ci sono encicliche dei Papi formalmente dedicate alla condanna della massoneria, ma il canone 2335 del Codice di Diritto Canonico del 1917 dichiara che coloro i quali si iscrivono alla Massoneria o ad altre associazioni dello stesso genere, che macchinano contro la Chiesa, incorrono ipso facto nella scomunica riservata alla Sede Apostolica.

Il Codice di Diritto Canonico del 1983 non aveva una menzione esplicita sulla massoneria. Il 26 novembre del 1983, tuttavia, la Congregazione per la Dottrina della Fede, guidata allora dal Cardinale Joseph Ratzinger, notava in una dichiarazione citata anche da quest’ultimo documento del Dicastero che “è stato chiesto se sia mutato il giudizio del Chiesa nei confronti della massoneria per il fatto che nel nuovo Codice di Diritto Canonico essa non viene espressamente menzionata come nel Codice anteriore”, e che questo era dovuto “a un criterio redazionale seguito anche per altre associazioni ugualmente non menzionate in quanto comprese in categorie più ampie”.

“Rimane pertanto immutato – scriveva la Congregazione -  il giudizio negativo della Chiesa nei riguardi delle associazioni massoniche, poiché i loro principi sono stati sempre considerati inconciliabili con la dottrina della Chiesa e perciò l'iscrizione a esse rimane proibita. I fedeli che appartengono alle associazioni massoniche sono in stato di peccato grave e non possono accedere alla Santa Comunione”.

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Inoltre, la Congregazione stabiliva che “non compete alle autorità ecclesiastiche locali di pronunciarsi sulla natura delle associazioni massoniche con un giudizio che implichi deroga a quanto sopra stabilito, e ciò in linea con la Dichiarazione di questa S. Congregazione del 17 febbraio 1981 (Cf. AAS 73, 1981, p. 240-241)”.