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In Germania, entro il 2040 i cristiani saranno la metà di oggi

Lo rivela uno studio della Chiesa Evangelica e Cattolica che rivede al ribasso le stime di quattro anni fa

Chiese vuote in Germania |  | Aci Stampa Chiese vuote in Germania | | Aci Stampa

L’adesione dei tedeschi alla religione cristiana scende in picchiata. E più velocemente di quanto preventivato.

Nel maggio del 2019 uno studio del Centro di ricerca di Friburgo per i contratti intergenerazionali calcolava il dimezzamento dei cristiani in Germania – con il conseguente taglio delle entrate delle due chiese, evangelica e cattolica, dovuto agli abbandoni - entro il 2060. Secondo questi vecchi dati insomma, entro il 2060 il numero dei protestanti sarebbe dovuto scendere dagli attuali 21,5 milioni a 10,5 milioni, mentre il numero dei cattolici da oltre 23 milioni a 12,3 milioni.

Oggi scopriamo che la previsione “nera”, non era abbastanza pessimistica. Il sesto Sondaggio sull'appartenenza alla chiesa condotto dalla Chiesa evangelica in Germania, realizzato tra ottobre e dicembre 2022 su un campione di 5.282 persone (di confessione evangelica e, per la prima volta, anche cattolica) rivede pesantemente al ribasso queste stime. Il sondaggio, che viene pubblicato ogni dieci anni dal 1972, è stato condotto sotto la direzione dell'Istituto di Scienze Sociali della Chiesa Evangelica Tedesca, e per la prima volta è stata coinvolta la Conferenza Episcopale Tedesca.

L'indagine conclude che quel dimezzamento del numero di cristiani che quattro anni fa veniva previsto entro il 2060, sarà probabilmente raggiunto già entro il 2040. Solo il 27% dei cattolici intervistati esclude attualmente di lasciare la Chiesa. La percentuale dei protestanti è del 35%.

Già alla fine di questo decennio dunque le persone con un legame religioso-confessionale con le due chiese scenderanno sotto al 50 per cento della popolazione e diventeranno minoranza nel Paese. Secondo lo studio, oggi i cristiani in Germania superano appena questo 50 per cento. Solo se si contano insieme i membri di tutte le denominazioni cristiane, comprese le chiese ortodosse e libere, alla fine del 2022 essi rappresentavano il 52% della popolazione.

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L’attaccamento alla propria chiesa di appartenenza si affievolisce bruscamente tra gli intervistati. Ed è la Chiesa cattolica a registrare i risultati peggiori. Il 31% dei membri di Chiesa protestante afferma che il senso di attaccamento alla propria chiesa è diminuito rispetto al passato, mentre solo il 9% riferisce di un rafforzamento. Tra i cattolici ben il 62% ha riferito un calo del senso di attaccamento, mentre solo il 4% ha segnalato un aumento. Dato che non sorprende, dato il numero altissimo di persone (522.821) che l'anno scorso hanno lasciato la Chiesa cattolica, un nuovo record di abbandono presto destinato ad essere surclassato. Paradossalmente, le cose vanno un po’ meglio quando gli intervistati sono tedeschi della ex Germania dell’Est. L'82% (protestanti) e il 64% (cattolici) dei cristiani della ex Repubblica Democratica Tedesca si sentono molto più legati alle rispettive chiese rispetto ai membri della chiesa occidentale (64% protestanti, 57% cattolici).

In drammatico calo anche la fiducia risposta nelle due rispettive chiese. Anche qui è la Chiesa cattolica a subire le “perdite” più consistenti. Dovendo esprimere su una scala da 1 a 7 (dove 1 rappresenta “nessuna fiducia” e 7 “fiducia molto alta”), gli intervistati hanno attestato la fiducia nella Chiesa cattolica a 2,3, e quella nella Chiesa protestante a 3,3. Tra i cattolici, la Chiesa protestante (3,7) gode di maggiore fiducia rispetto alla propria Chiesa (3,3). Diversi i motivi addotti da protestanti e cattolici di questa perdita di fiducia. Mentre tra i protestanti sono i concetti di “religione” e “chiesa” a perdere significato, tra i cattolici prevale un sentimento di rabbia nei confronti dei collaboratori della Chiesa, la disparità di trattamento delle donne, le strutture antidemocratiche e gli scandali ecclesiastici.