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Papa Francesco, i tre compiti del revisore generale

Il Papa riceve l’ufficio del Revisore Generale, e indica tre aspetti: indipendenza, attenzione alle pratiche internazionali e professionalità

Papa Francesco durante un'udienza generale |  | Vatican Media / ACI group Papa Francesco durante un'udienza generale | | Vatican Media / ACI group

Papa Francesco indica nell’indipendenza, l’attenzione alle pratiche internazionali e la professionalità le tre caratteristiche principali dell’Ufficio del Revisore Generale della Santa Sede, che funge anche da ufficio anti-corruzione vaticano e che il Papa ha ricevuto oggi, ricordando che questi sono parte di un organo istituito, nove anni fa, con il Motu Proprio Fidelis dispensator et prudens, con cui ho voluto varare alcune riforme economiche, in continuità con l’opera già avviata da Papa Benedetto XVI.

Il discorso del Papa non è stato pronunciato, ma consegnato ai presenti. Quali sono i tre aspetti? L’indipendenza, perché “l’Ufficio del Revisore Generale non dipende gerarchicamente da altri Enti. Questo però, lungi dal voler dire arbitrarietà, implica la responsabilità di un’azione sempre ben ponderata e ispirata al sommo principio della carità”.

Papa Francesco chiede che siano caratterizzati dallo “spirito della correzione fraterna, anche quando è necessario segnalare pratiche contabili e amministrative non conformi alle regole e situazioni
da correggere”.

Si deve operare con “amore e paternità, sempre, senza cedere alla tentazione di facili protagonismi”, e infatti è importante la collaborazione dell’Ufficio con gli altri Dicasteri della Curia e in particolare con gli organismi economici, evitando ‘competizioni’ che possono facilmente trasformarsi in rivalità, anche a livello personale.

Papa Francesco si concentra poi sull’attenzione alle pratiche internazionali, perché “è importante promuovere l’applicazione delle migliori di esse, per favorire l’equità e per essere allineati con il resto della Comunità internazionale, sempre che – ovviamente – le norme non siano in contraddizione con gli insegnamenti della Chiesa”.

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Infine, la professionalità, perché questa esperienza internazionale dei membri dell’ufficio è messa  disposizione della Santa Sede, e che si investe molto nella formazione. Il Papa sottolinea che “è un
vero e proprio obbligo morale essere aggiornati circa la continua evoluzione delle numerose e complesse norme che disciplinano la revisione”.

Papa Francesco alla fine sottolinea che “l’Ufficio del Revisore Generale, inoltre, è una tra le Autorità Anticorruzione, ai sensi della Convenzione di Mérida, cui la Santa Sede ha aderito nel 2016 anche a nome dello Stato della Città del Vaticano”.

Chiosa il Papa: “Certamente quanti lavorano presso la Santa Sede e lo Stato della Città del Vaticano lo fanno con fedeltà e onestà, ma la lusinga della corruzione è così pericolosa che occorre ben
vigilare. So che dedicate molta attenzione a questo, con un lavoro i cui frutti sono gestiti al tempo stesso con fermezza e misericordiosa discrezione perché, ferma restando l’esigenza di un’assoluta trasparenza in ogni azione, gli scandali servono più a riempire le pagine dei giornali che a correggere in profondità i comportamenti”.

Quindi, Papa Francesco invita ad “aiutare i responsabil dell’amministrazione dei beni della Santa Sede a creare presidi che possano evitare, ‘a monte’, che l’insidia stessa della corruzione si
concretizzi”.

Infine, Papa Francesco loda quelli che prestano servizio alla Caritas, perché “spesso si incontrano persone che hanno bisogno di amicizia, ma che vengono lasciate sole. Tante volte un sorriso e una
parola valgono anche più di un piatto di pasta”.