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Letture, le meravigliose chiese della grande Milano

Musica, arte, fede e tanto da scoprire nelle chiese della città meneghina

Un dettaglio del Duomo nel libro |  | Meravigli edizioni
Un dettaglio del Duomo nel libro | | Meravigli edizioni
La copertina del libro |  | Meravigli edizioni
La copertina del libro | | Meravigli edizioni

Storia e fede, bellezza e preghiera, la luce del mondo, frenetico e attivo, e la luce dell’estasi, che evoca meraviglie. Pensiamo a questo, quando ci riferiamo alle molte e importanti chiese di Milano. Il Duomo, certo, simbolo imperituro e universale, foresta di pietra che il gotico ha saputo incarnare con potenza. E poi Santa Maria delle Grazie con il vicino Cenacolo, capolavoro di Leonardo,  Sant’Ambrogio, San Lorenzo, Sant’Eustorgio, le  chiese più famose nel mondo… Ma esiste un vero tesoro costituito da quelle più piccole e meno conosciute. Ogni portale d’ingresso non immette solo in un mondo di trascendenza religiosa ma apre anche al caleidoscopico racconto di epoche e artisti diversi. La loro capillare presenza nel tessuto della città le fa diventare un vero e proprio museo diffuso, accessibile a tutti, dove ammirare, spesso in silenzio e solitudine, lo sviluppo della parabola figurativa italiana dall’epoca paleocristiana fino ai nostri giorni. Ed è questo il viaggio proposto nell’ultimo saggio di Massimo Beltrame, Milano e le sue chiese" (Meravigli Edizioni). Un lento e affascinante “pellegrinaggio” all’interno della metropoli e nei suoi immediati dintorni. Sono quattro le sezioni in cui è articolato il volume e il percorso che propone: Dentro la Cerchia dei Navigli – Tra la Cerchia e i Bastioni – Oltre i Bastioni – Insediamenti monastici. La prefazione è di Fedele Confalonieri, presidente della Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano, appassionato anche di musica.

Chiese milanesi e musica, in effetti, è il  legame speciale che viene messo in evidenza nel saggio di  Beltrame.  Sant’Eufemia, per esempio, che si trova nell’omonima piazza, di cui l’autore segnala l’eccezionale acustica: "Qui, negli anni Sessanta, le registrazioni EMI hanno fissato nella storia della lirica la voce di Maria Callas, qui informata durante una pausa che il marito Aristotele Onassis l’avrebbe lasciata per Jacqueline Kennedy. Qui, le incisioni di Mina fino agli anni Ottanta. Qui, i funerali di Nilla Pizzi nel 2011". A San Marco  Verdi dirige il suo Requiem dedicato a Manzoni il 22 maggio 1874  e che Perosi sfruttava Santa Maria della Pace, allora in disuso dietro il Tribunale, è Confalonieri nell’introduzione. E Beltrame precisa: "Divenne nota come Salone Perosi, che l’aveva scelta per le sue prime in quanto luogo “più ecclesiastico di un teatro e più teatrale di una chiesa“. Nel 1901, il Mosè in prima mondiale, sotto la direzione di Toscanini". Del resto, nella città della Scala non stupisce che anche le chiese siano scenario di memorabili esecuzioni e di consuetudine diffusa di “fare musica” che si trasforma in inno e preghiera.

Insieme repertorio sorprendente di architetture, di decorazioni  e capolavori pittorici, cronache e leggende e segreti, tracciati alternativi e sotterranei, dei luoghi di culto. Al cospetto della Grande Storia, delle sue svolte e delle sue date fatali. Come non stupirsi dinanzi a San Giorgio al Palazzo, il cui nome rimanda al “palazzo“ della capitale dell’Impero Romano d’Occidente, la Milano dove nel 313 fu emanato l’Editto che concedeva libertà di culto ai cristiani, data fondamentale per la storia della Chiesa ma in realtà dell’intero Occidente e  dell’umanità.

Un altro percorso sorprendente suggerito dall’autore è quello di mettersi alla ricerca dei maestri  del colore lombardo; tanto per fare un ulteriore esempio, inseguire la forza e la possanza di Peterzano, maestro di Caravaggio, cominciando dalla chiesa di San Fedele. Varcando poi la cerchia dei bastioni esterni, si può arrivare fino a Santa Maria Assunta in Certosa di Garegnano, periferia nord-ovest, con la straordinaria impresa pittorica della Natività e Adorazione, la sua opera pubblica più significativa. Un’opera che mette in scena l’Incarnazione come fatto reale, entrato nella storia e più ancora nella quotidianità, tra pastori forti e umili, sotto i cieli lombardi teneri e infiti che si curvano sulla terra lombarda e sembrano respirare il soffio che proviene da quella terra fertile e scura, rivoltata dagli aratri. Il miracolo di un Dio fatto uomo e reso contemporaneo dallo sguardo di un artista che sarà maestro di uno dei geni universali della pittura, Michelangelo Merisi detto il Caravaggio. Un bel viatico per meditare sul Natale che sta arrivando.

Massimo Beltrame, Milano e le sue chiese, Meravigli Edizioni

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