Udienza dedicata al Natale quella di oggi per Papa Francesco in Aula Nervi. Una catechesi che ricorda gli 800 anni del presepe, per creare lo stupore dell'incontro con Dio, seguendo il racconto di Tommaso da Celano il Papa offre la sua lettura. Parla dello stupore necessario per la fede che sennò è una "fede da informatica".

Per il Papa "il presepe nasce come scuola di sobrietà. E questo ha molto da dire anche a noi. Oggi, infatti, il rischio di smarrire ciò che conta nella vita è grande e paradossalmente aumenta proprio sotto Natale: immersi in un consumismo che ne corrode il significato" Il Papa si scaglia contro la frenesia del fare le spese e si perde lo stupore. E il presepe ci riporta a ciò che conta "a Dio che viene ad abitare in mezzo a noi, per questo è importante guardare il presepe"e soprattutto "le persone prima delle cose" e non il contrario. 

E poi la gioia, diversa dal divertimento, parla della tentazione del divertirsi senza gioia dice il Papa. Quindi, stupore, gioia  "quella trabocca dal cuore quando si tocca con mano la vicinanza di Gesù, la tenerezza di Dio, che non lascia soli, ma con-sola" vicinanza, tenerezza, compassione. Questa è l’esperienza del presepe: percepire la vicinanza di Dio in modo concreto e così "il presepe è come un piccolo pozzo dal quale attingere la vicinanza di Dio, sorgente della speranza e della gioia.

È come un Vangelo vivo, un Vangelo domestico. Come il pozzo nella Bibbia, è il luogo dell’incontro, dove portare a Gesù, come hanno fatto i pastori di Betlemme e la gente di Greccio, le attese e le preoccupazioni della vita."