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Papa Francesco, domandiamoci in attesa del Giubileo se Roma è una "città di speranza"

La riflessione del Papa prima del canto del Te Deum per la fine dell' anno civile

Papa Francesco celebra i Primi Vespri della Solennità della Madre di Dio |  | Vatican Media
Papa Francesco celebra i Primi Vespri della Solennità della Madre di Dio | | Vatican Media
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Papa Francesco celebra i Primi Vespri della Solennità della Madre di Dio |  | Vatican Media
Papa Francesco celebra i Primi Vespri della Solennità della Madre di Dio | | Vatican Media

Gratitudine e speranza ci permettono di "vivere quest’ora in modo diverso rispetto a una mentalità mondana". Speranza e gratitudine che vengono dalla "in Gesù Cristo, Dio incarnato, nato dalla Vergine Maria".

Così Papa Francesco ha iniziato la sua riflessione per la fine dell'anno civile nella meditazione dei primi vespri della Solennità di Maria Madre di Dio con il canto del Te Deum nella basilica di San Pietro.

Una gratitudine che non è appiattita sull' Io, senza relazione con l' Altro, gli altri. Una gratitudine come quella di Maria che si basa sulla lode e lo stupore, la riconoscenza. Sentimenti che la Chiesa "impara dalla Vergine Madre" come quella che aveva Maria "mentre guardava Gesù appena nato" quando "il Mistero dà spazio alla gratitudine, che affiora nella contemplazione del dono, nella gratuità, mentre soffoca nell’ansia dell’avere e dell’apparire."

E poi la speranza: "Viene da pensare che Dio abbia scelto lei, Maria di Nazaret, perché nel suo cuore ha visto rispecchiata la propria speranza". E non è ottimismo " è fede nel Dio fedele alle sue promesse" un cammino che porta al Giubileo che ha come tema “Pellegrini di speranza”.

Ma Roma è una "città di speranza?". Non solo organizzazione, ma "testimonianza che, più che negli eventi, consiste nello stile di vita, nella qualità etica e spirituale della convivenza".

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Ma quindi "stiamo operando, ciascuno nel proprio ambito, affinché questa città sia segno di speranza per chi vi abita e per quanti la visitano?".

Il Papa parle di accoglienza in Basilica a San Pietro, di accessibilità del centro storico: "occorre che alla “grande bellezza” corrispondano il semplice decoro e la normale funzionalità nei luoghi e nelle situazioni della vita ordinaria, feriale. Perché una città più vivibile per i suoi cittadini è anche più accogliente per tutti".

Si apre domani un anno dedicato alla preghiera, ricorda il Papa: "E quale maestra migliore potremmo avere della nostra Santa Madre? Mettiamoci alla sua scuola: impariamo da lei a vivere ogni giorno, ogni momento, ogni occupazione con lo sguardo interiore rivolto a Gesù. Gioie e dolori, soddisfazioni e problemi. Tutto alla presenza e con la grazia di Gesù, il Signore. Tutto con gratitudine e speranza".

Come consueto il Papa dopo la liturgia è andato a visitare il presepe di Piazza San Pietro che quest'anno ricorda il primo presepe di Greccio.