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Papa Francesco, ecumenismo: “Siamo in cammino e la nostra meta è Gesù Cristo”

Il Papa riceve una delegazione ecumenica finlandese in occasione della festa di Sant’Enrico

Papa Francesco, delegazione ecumenica finlandese | Papa Francesco durante l'incontro con la delegazione ecumenica della Finlandia, 19 gennaio 2024 | Vatican Media / ACI Group Papa Francesco, delegazione ecumenica finlandese | Papa Francesco durante l'incontro con la delegazione ecumenica della Finlandia, 19 gennaio 2024 | Vatican Media / ACI Group

“In quanto membri della comunità di battezzati, siamo in cammino, e la nostra meta comune è Gesù Cristo”. Papa Francesco lo dice alla delegazione ecumenica finlandese in visita. Una delegazione che si prepara nel 2030 a celebrare il millenario della morte di Sant’Olav, e che si presenta con un discorso, pronunciato dal Bishop Åstrand, denso di riferimento al ruolo dei santi nel cammino ecumenico.

Come ogni anno, per la festa di Sant’Enrico fa visita a Papa Francesco una delegazione ecumenica che proviene dalla Finlandia. Sant’Enrico di Uppsala è patrono di Finlandia, dove portò la Parola di Dio partendo da Uppsala, in Svezia, città di cui era vescovo. Era nato in Inghilterra, e si recò in Finlandia insieme al re di Svezia Eric IX, ma lì fu ucciso da un finlandese cui aveva imposto la penitenza per un precedente omicidio.

Nel suo discorso, Papa Francesco si dice colpito dalle riflessioni sul “valore e sul cammino e sulla Chiesa pellegrina”, e sottolinea: “In quanto membri della comunità dei battezzati, siamo in cammino e la nostra meta comune è Gesù Cristo. E questa meta non è lontana, non è irraggiungibile, perché il nostro Signore ci è venuto incontro nella sua misericordia, si è fatto vicino nell’Incarnazione e si è fatto Egli stesso la Via, così che possiamo camminare sicuri, in mezzo agli incroci e alle false indicazioni del mondo, spesso bugiardo”.

Papa Francesco sottolinea il ruolo dei santi come “fratelli e sorelle che hanno percorso fino in fondo questa strada e sono arrivati alla meta. Ci accompagnano come testimoni viventi di Cristo nostra Via, Verità e Vita. Ci incoraggiano a rimanere sul sentiero del discepolato anche quando facciamo fatica, quando cadiamo. Come luci accese da Dio, brillano davanti a noi per non farci perdere di vista la meta”.

Il Papa concede anche che “ci sono stati momenti in cui la venerazione dei santi sembrava dividere piuttosto che unire i credenti cattolici e ortodossi, da un lato, e quelli evangelici, dall’altro”, ma – aggiunge – “così non deve essere e, in realtà, non è mai stato nella fede del santo Popolo fedele di Dio”.

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Papa Francesco afferma infine che “se il millenario della morte di Sant’Olav, nel 2030, potrà ispirare e approfondire la nostra preghiera per l’unità, e anche il nostro camminare insieme, questo sarà un dono per l’intero movimento ecumenico”.

Papa Francesco infine chiede che “che questo appuntamento ecumenico non si riduca a un adempimento e che non diventi autoreferenziale: che abbia sempre la linfa vitale dello Spirito Santo e che sia aperto ad accogliere i fratelli più poveri e più dimenticati, e anche coloro che si sentono abbandonati da Dio, che hanno smarrito la strada della fede e della speranza”.