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Per la seconda volta, il Papa sceglie un non italiano come nunzio in Italia

Termina definitivamente l’eccezione italiana: l’arcivescovo Rajic prende il posto del Cardinale Paul Emil Tscherrig, cui il Papa aveva dato la berretta rossa durante l’ultimo concistoro

L'arcivescovo Petar Rajic | L'arcivescovo Petar Rajic, nuovo nunzio in Italia | Vatican Media L'arcivescovo Petar Rajic | L'arcivescovo Petar Rajic, nuovo nunzio in Italia | Vatican Media

È l’arcivescovo canadese di origine croata Petar Rajič il nuovo “ambasciatore del Papa” in Italia. Dopo la nomina dello svizzero Paul Emil Tscherrig come nunzio in Italia nel 2017, per la seconda volta Papa Francesco sceglie un non italiano come suo “ambasciatore” a Roma, rompendo definitivamente quella che era considerata la “eccezione italiana”, ovvero il fatto che il nunzio in Italia fosse tradizionalmente proveniente dall’Italia.

Classe 1959, sacerdote dal 1987, l’arcivescovo Rajič è nel servizio diplomatico della Santa Sede dal 1993, e ha servito nelle rappresentanze pontificie di Iran e Lituania e poi nella sezione degli Affari Generali della Segreteria di Stato della Santa Sede.

Nel 2009, è nominato nunzio in Kuwait, Bahrein e Qatar e delegato apostolico nella Penisola Arabica, incarichi cui si aggiungono quelli di “ambasciatore del Papa” in Yemen ed Emirati Arabi Uniti nel 2010.

Nel 2015, l’arcivescovo Rajič viene nominato nunzio in Angola e São Tomé e Príncipe, dove lavora all’accordo quadro tra la Santa Sede e il Paese africano che riguardava soprattutto le trasmissioni dell’emittente cattolica Radio Ecclesia e dello stato del santuario di Muxima, perché molti anni le trasmissioni della radio, che riportava anche di fatti della guerra civile di Cabinda, erano autorizzate solo nella capitale. Quell’accordo quadro ha posto le basi per il riconoscimento da parte dello Stato della personalità giuridica della Chiesa cattolica nel 2019.

Dal 2019, è nunzio apostolico nei Paesi Baltici, in Lituania, Estonia e Lettonia, con sede a Vilnius.

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Prende il posto del Cardinale Paul Emil Tscherrig, che va in pensione a 77 anni dopo una lunga carriera diplomatica e che il Papa ha creato cardinale durante il Concistoro del 30 settembre 2023.

La nunziatura in Italia è storicamente legata anche a San Marino, che aveva concesso l’agreament alla nomina del nuovo nunzio già ad inizio febbraio. Il piccolo Paese del Titano ha rapporti diplomatici con la Santa Sede dal 1926, ma non c’è mai stato un nunzio apostolico residenziale, perché la funzione di nunzio a San Marino è sempre stata svolta dal nunzio in Italia. Dal 1992, San Marino ha anche un Concordato con la Santa Sede.

I nunzi apostolici hanno tradizionalmente due compiti. Da una parte, il nunzio cura le relazioni diplomatiche tra la Santa Sede e lo Stato in cui opera. Dall’altra, rappresenta la Santa Sede presso la Chiesa locale, occupandosi anche della procedura di nomina dei nuovi vescovi in tutte le diocesi che fanno parte dello Stato di sua competenza (fa le indagini, spedisce e organizza i questionari, aggiorna la lista dei sacerdoti proposti come candidati all’episcopato e propone alla Congregazione per i vescovi una terna di candidati).

Generalmente, i nunzi non sono mai scelti della nazionalità del luogo in cui vengono inviati, per mantenere la loro libertà di giudizio e perché non siano presi da sentimenti nazionali. L'Italia aveva costituito fino ad ora una eccezione, per via dei rapporti particolarissimi che c'erano tra Italia e Santa Sede. 

Non nominando un nunzio italiano, Papa Francesco ha così cercato di sganciare così la nunziatura da una mentalità “italiana”, anche nella possibile proposta del profilo dei nuovi vescovi, mentre, per quanto riguarda le relazioni diplomatiche, dota la nunziatura di un diplomatico esperto.

In una nota, la Conferenza Episcopale Italiana ha ringraziato il Papa "per l’attenzione continua e costante verso le Chiese in Italia. La nomina del Nunzio Apostolico è espressione del particolare vincolo di comunione che si rinnova tra la Sede Apostolica e le comunità ecclesiali".

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In questo momento - ha aggiunto la CEI - "desideriamo esprimere la nostra gratitudine al Cardinale Emil Paul Tscherrig per il servizio svolto, in questi sette anni, a favore delle nostre Chiese. È stato un tempo intenso, contraddistinto da profondi cambiamenti che stanno interessando i territori e condizionato anche dalla pandemia. Abbiamo davvero avuto modo di sperimentare la sua preziosa azione e il suo consiglio nel rendere sempre più saldi ed efficaci i vincoli di unità con la Sede Apostolica e nel tessere le relazioni con le Autorità dello Stato".

Allo stesso tempo, i vescovi italiani accolgono l'arcivescovo Petar Rajič "ringraziandolo sin d’ora per il ministero che svolgerà tra di noi. Affidiamo la sua missione ai nostri Patroni San Francesco d’Assisi e Santa Caterina da Siena".