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Papa Francesco: “La famiglia cristiana sta attraversando una vera e propria tempesta”

In un discorso alle Equipes Notre Dame, movimento laicale di spiritualità coniugale, Papa Francesco sottolinea l’urgenza di mettere in luce la vocazione del matrimonio cristiano

Papa Francesco, Équipes Notre-Dame | Papa Francesco nell'incontro con i responsabili internazionali delle Équipes Notre-Dame | Vatican Media / ACI Group Papa Francesco, Équipes Notre-Dame | Papa Francesco nell'incontro con i responsabili internazionali delle Équipes Notre-Dame | Vatican Media / ACI Group

È un Papa preoccupato per la crisi della famiglia, che definisce al centro di una “vera e propria tempesta” in questo cambiamento di epoca, quello che accoglie le Équipes Notre-Dame. È, quello con i membri del movimento, ormai un appuntamento fisso di Papa Francesco, che sembra guardare con curiosità a questo movimento di famiglie. Ai quali dice che è urgente diffondere la “vocazione” del matrimonio cristiano”.  In fondo, che la famiglia sia al centro delle preoccupazioni del pontificato lo testimonia il fatto che Papa Francesco ha già fatto sapere che il prossimo 20 maggio parteciperà agli Stati Generali della Natalità, come già lo scorso anno.

Ma a chi ha parlato il Papa questa mattina? Le Équipes Notre-Dame (END) sono un movimento laicale di spiritualità coniugale, nato per rispondere all’esigenza delle coppie di sposi di vivere in pienezza il proprio sacramento, sorretto da una propria metodologia, aperto ad interrogarsi sulla complessa realtà della coppia di oggi. I gruppi nacquero in Francia nel 1938, su iniziative di alcune coppie che, insieme ad un sacerdote, Padre Henry Caffarel, presero l'abitudine di incontrarsi mensilmente per approfondire il significato del sacramento del matrimonio, per verificare il senso del loro essere coppie cristiane, per ricercare un modo coerente di inserirsi, come coppie e come famiglie, nella società.  La nascita del nuovo movimento fu formalizzata l’8 dicembre 1947.

Nel suo discorso, Papa Francesco sottolinea che “la famiglia cristiana sta attraversando in questo cambiamento d’epoca una vera e propria ‘tempesta culturale’ e si trova minacciata e tentata su vari fronti”, e per questo il lavoro delle équipes, che sono in espansione, è “prezioso per la Chiesa”, perché sono accompagnamento agli sposi ed espressione della Chiesa in uscita “che si va vicina alle situazioni e ai problemi della gente e si spende senza riserve per il bene delle famiglie di oggi e domani”.

Papa Francesco sottolinea che oggi è “una vera missione accompagnare gli sposi”, perché “custodire il matrimonio, infatti, significa custodire una famiglia intera, significa salvare tutte le relazioni che dal matrimonio sono generate: l’amore tra gli sposi, tra genitori e figli, tra nonni e nipoti; significa salvare quella testimonianza di un amore possibile e per sempre, nel quale i giovani faticano a credere”.

Papa Francesco rimarca la grande urgenza di “aiutare i giovani a scoprire che il matrimonio cristiano è una vocazione, una chiamata specifica che Dio rivolge a un uomo e a una donna perché possa realizzarsi in pienezza facendosi generativi, diventando padre e madre e portando la grazia del loro sacramento nel mondo”.

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E la grazia – aggiunge Papa Francesco – è “l’amore di Cristo unito a quello degli sposi”, perché “è Lui che dà loro la forza di crescere insieme ogni giorno e rimanere uniti”, perché la buona riuscita di un matrimonio “non dipende solo dalla forza di volontà di due persone”, ma è piuttosto “un passo a tre, in cui la presenza di Cristo tra gli sposi rende possibile il cammino, e il giogo si trasforma in un gioco di sguardi”, tra gli sposi e Cristo.

Papa Francesco poi lascia due riflessioni, due indicazioni.

La prima: di avere cura delle coppie appena sposate, perché “tanti oggi si sposano senza capire cosa c’entri la fede con la loro vita coniugale, forse perché nessuno glielo ha testimoniato prima del matrimonio”. Papa Francesco invita ad aiutarli con un percorso “catecumenale”, lavorando accanto ai sacerdoti, ripartendo dalle nuove generazioni per generare “tante piccole Chiese domestiche in cui si vive uno stile di vita cristiano, dove ci si sente famigliari con Gesù”.

La seconda riflessione riguarda la corresponsabilità tra sposi e sacerdoti, due vocazioni che lavorano insieme nel movimento, e questo “aiuta a superare quel clericalismo che rende poco feconda la Chiesa – state attenti con il clericalismo! –; e questo aiuterà anche gli sposi a scoprire che, con il matrimonio, sono chiamati a una missione”.

Gli sposi, infatti, chiosa Papa Francesco, “hanno il dono e la responsabilità di costruire, insieme ai ministri ordinati, la comunità ecclesiale. Senza comunità cristiane, le famiglie si sentono sole e la solitudine fa tanto male!”

Papa Francesco esorta dunque “con il vostro carisma, potete farvi soccorritori attenti nei confronti di chi ha bisogno, di chi è solo, di chi ha problemi in famiglia e non sa con chi parlarne perché si vergogna o ha perso la speranza”.

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