Si comincia da qui, da quel Giona che viene inghiottito da una balena, dopo essere fuggito da Dio stesso. Giona, personaggio biblico atipico (non è un profeta e d’altronde il libro che ce lo racconta  lo fa come se fosse un personaggio leggendario) lo ritroviamo in scena dentro un carcere, la casa circondariale Due Palazzi di Padova. Lo spettacolo si intitola “Nel segno di Giona. Per un nuovo umanesimo della giustizia”, con la regia di Maria Cinzia Zanellato e la partecipazione di  Teatrocarcere. Uno spettacolo forte, intenso, commovente. Perché, grazie ai testi elaborati, la storia di Giona, che fugge dal comando di Dio di recarsi a Ninive e precipita nel ventre della balena, sepolto vivo, morto al mondo e poi risputato alla vita, si i lega, si trasfonde e confonde  con quella dei detenuti-attori, così autentici nella loro interpretazione.  Racconti di dolore, di crudeltà, di angoscia, ma anche di coraggio e di voglia di ricominciare. E’ un pomeriggio intenso, lo spettacolo ha attirato molti spettatori che si commuovono e partecipano, il dialogo continua sul tema della giustizia, intrecciando il  percorso filosofico e quello biblico, con il professor Umberto Curi,  autore, fra i moltissimi suoi testi, di “Il colore dell’inferno” e fratel Emiliano Biadene, monaco e biblista, priore del Monastero di Cellole secondo la regola di Bose, con esperienza pluriennale come volontario nel carcere di Alta Sicurezza di San Gimignano.

La messa in scena, replicato in un secondo appuntamento molto seguito,  fa parte dell’inesauribile cartellone del Festival biblico, che si svolge in varie città del Veneto e che ha  aperto l’edizione 2024 proprio dal carcere. La parola-guida è Agape,  con riferimento al brano della Prima Lettera di Giovanni 4,7-21. Agape, amore, che si fa comunità e che agisce con misericordia. A Padova e provincia, fino al 12 maggio,  sono proposti tantissimi  eventi, tra incontri, spettacoli, presentazione di libri, musica. Cinema, laboratori. "Agàpe – ha spiegato  la referente per Padova, Isabella Tiveron, illustrando il tema dell’edizione 2024 – è cifra essenziale e generativa che racchiude in sé l’essenza di tutta la rivelazione biblica e dell’esperienza umana. L’amore di Dio,  mostrato attraverso la storia del suo Figlio incarnato come essenza in filigrana di tutti gli amori possibili, diventa fondamentale risorsa del cristianesimo anche in questi tempi che sembrano insensibili a questo richiamo e nello stesso tempo, risorsa imprescindibile per qualsiasi dialogo e per qualsiasi cultura". Il Festival biblico è promosso da Diocesi di Vicenza e Società San Paolo e vede l’adesione delle Diocesi di Verona, Padova, Adria-Rovigo, Vittorio Veneto, Treviso e Chioggia e da quest’anno Alba, Catania e Genova.

La parte da leone la farà la città di  Padova con 23 appuntamenti in quattro giorni, e se il tema è unico – agape – la declinazione è ovviamente molteplice. Tornano anche quest’anno le passeggiate meditative accompagnate da don Massimo De Franceschi, parroco di San Francesco, la mattina presto. Il percorso sarà un Atto d’amore nei confronti della città e nel desiderio di custodirne l’anima più antica e più profonda,  alla scoperta di luoghi che hanno fatto vivere l’agape, ossia l’amore vissuto nella dimensione della comunità cittadina. Quattro incontri biblici approfondiranno il tema centrale alla luce della Scrittura. Un  momento di particolare intensità, quello organizzato  nel teatro del Seminario vescovile  sul tema:  Ci accontentiamo di un piccolo amore? Provocazione dalla Scritture, in riferimento al  libro “Domande di Dio, domande a Dio. In dialogo con la Bibbia”. Protagonisti due teologi domenicani di straordinario livello, Timothy Radcliffe e Lucasz Popko, autori del libro citato, insieme al vescovo di Padova, monsignor Claudio Cipolla e al direttore dell’Osservatore Romano Andrea Monda.  New entry di quest’anno sono anche le Cucine economiche popolari che proprio domani, dalle 9 alle 10.30, proporranno un laboratorio esperienziale dal titolo L’operosità dell’AgaPE alle Cucine: tra Parola e vita. 

Numerosi gli appuntamenti con libri e autori. Come quello con don Marco Galante e Sara Melchiori e il loro racconto in “Io sono con te. Un prete in corsia”, un libro che racconta la difficile esperienza di prete in ospedale durante la pandemia da Covid. Con gli autori interviene anche monsignor  Pierantonio Pavanello, vescovo Diocesi di Adria Rovigo, Un altro momento atteso  sarà quello organizzato sempre a Rovigo con Eric-Emmanuel Schmitt, in dialogo con padre Antonio Spadaro e con la presenza di Andrea Tornielli. Schmitt è uno degli scrittori più letti al mondo: i suoi libri sono tradotti in 50 lingue. Il Vangelo secondo Pilato è la sua opera probabilmente più 'religiosa', sicuramente più intensa, un romanzo dal ritmo incalzante nel quale Schmitt dà voce, prima, al “suo” Gesù, assorto in meditazione mentre è nell’orto degli ulivi, davanti al baratro spalancato della sua passione appena cominciata. Gli scorre davanti la sua esistenza  contrassegnata da uno slancio continuo di amore. Poi lo sguardo dell’autore si sposta su Pilato, uomo politico, amareggiato dagli alti e bassi della sua carriera, malvolentieri arrivato in quella terra e tra quella gente impossibile. Lui, simbolo del potere e della razionalità della cultura romana, senza alcuna apertura sul Mistero,  davanti ad un cadavere sparito deve ricredersi e forse, cambiare idea sulle grandi questioni della vita. E della morte, a cui inevitabilmente dobbiamo guardare e con cui dobbiamo fare i conti.