Advertisement

Leone XIII e il Cinema, un libro fa luce su un piccolo "mistero" vaticano

La presentazione a Carpineto Romani de "Le vedute delle origini su Leone XIII"

La presentazione a Palazzo Pecci |  | pd La presentazione a Palazzo Pecci | | pd

Di Papa Leone XIII qualcuno ricorda le immagini cinematografiche. Le prime di un Pontefice. Ma chi le ha girate? Un dibattito curioso che apre le porte ad uno studio approfondito sul Papa e sul cinema.

A Palazzo Pecci, la famiglia di Papa Leone XIII a Carpineto Romano sono state proiettate quelle immagini ma soprattuto si è parlato del volume scritto da Gianluca della Maggiore, Le vedute delle origini su Leone XIII.

"L’eccezionalità dell’evento, ha spiegato l' Autore,  sta anche nel fatto che questa documentazione audiovisiva completa su Leone XIII è visibile per la prima volta secondo la corretta datazione e attribuzione, frutto delle ricerche presso l’Archivio Apostolico Vaticano".

L’autore delle prime riprese di Papa Pecci fu nel 1898 William K.L. Dickson della Biograph, e non  Vittorio Calcina rappresentante in Italia dei fratelli Lumière. "Calcina – spiega Della Maggiore – non realizzò alcuna ripresa di Leone XIII nel 1896. Eppure, dei film su pellicola Lumière furono veramente girati, ma a partire dall’aprile 1899. L’autore fu Francesco De Federicis, fotografo pontificio fin dal 1878 che nel 1901 acquisì anche il titolo ufficiale di cinematografista pontificio". Il dato più interessante che emerge dalle carte, e fino ad oggi del tutto sconosciuto, è il numero di queste riprese: almeno 12 riprese, dettagliatamente descritte da De Federicis, ottenute nell’arco di quattro anni, fino al luglio 1902, un anno prima della scomparsa di Leone XIII.

Ma l’aspetto forse più sorprendente che emerge da questa ricerca è il ruolo diretto avuto in questa vicenda dai Lumière, di cui niente era finora emerso. "Un rapporto stretto con Leone XIII – spiega Della Maggiore – coltivato fin dal 1891 quando i due fratelli cominciarono a fornire gratuitamente le lastre fotografiche per la carta del cielo della Specola Vaticana, proseguito con il dono personale al papa delle prime fotocromie, e concluso nel 1900 con l’apertura di un “Cinematografo Vaticano” in piazza S. Pietro, davanti alla finestra dell’appartamento del papa. Non per caso nel novembre 1899 Louis Lumière ebbe l’onore di ricevere dal papa una speciale medaglia d’oro pontificia". 

Advertisement

Leone XIII abbracciò i nuovi strumenti di comunicazione, con un atteggiamento di grande apertura fiduciosa, e ha superato le chiusure del mondo cattolico verso le novità del mondo moderno. La scelta abbe delle conseguenze, ma mette in luce il fatto che Leone XIII, come disse il suo successore Benedetto XVI, "con il suo Magistero, rappresentava una Chiesa capace di affrontare senza complessi le grandi questioni della contemporaneità".