“La Radio Vaticana riuscì in poco tempo a divenire quell’autonomo e a suo modo potente mezzo di comunicazione transnazionale che Pio XI e Pio XII avrebbero voluto trovare anche nel cinema”. Gianluca della Maggiore, lo afferma con certezza presentando il libro The History of Vatican Radio from Its Origins to World War II’ (edito da Fordham University Press). L'evento si è svolto presso l' Ambasciata d' Italia presso la Santa Sede.

Raffaella Perin è l'autrice di questa ricerca sulla Radio Vaticana grazie anche alla consultazione di nuove fonti documentali emerse dall’apertura degli archivi sul pontificato di Pio XII. “Questo libro – precisa l’autrice – mette in luce diversi aspetti riguardanti il rapporto della Santa Sede con i media e, attraverso il prisma di questo rapporto, la sua posizione durante il secondo conflitto mondiale”. Una posizione non univoca, riflessa nelle differenti visioni da parte di esponenti della curia romana e della Compagnia di Gesù.

Lo studio evidenzia figure di gesuiti impegnati nelle trasmissioni come Vincent McCormick, Robert Leiber, Emmanuel Mistiaen, Beat Ambord e Ortiz de Urbina che diedero il loro contributo per orientare i fedeli durante il conflitto. “Dalle loro trasmissioni - osserva Perin - emergono posizioni diverse, alcune piuttosto critiche, nei confronti della imparzialità di Pio XII”.

Alla base dell’analisi c’è anche una questione fondamentale relativa al metodo di studio. "Per chiarire a fondo il rapporto del papato con i media, ma anche come i media hanno trasformato il papato, occorre utilizzare uno spettro di fonti ampio che renda capaci di analizzare i media, col loro linguaggio e la loro forma culturale peculiare, sapendo, nel contempo, cogliere la più ampia cornice nelle quali essi collocano i loro effetti” a detto Della Maggiore, “il lavoro di Perin, con le ricerche condotte anche grazie a fonti sonore oggi a disposizione, esemplifica al meglio quanto possa essere prezioso e foriero di frutti conoscitivi fecondi questo reciproco sollecitarsi e valorizzarsi tra le istituzioni archivistiche e la comunità degli storici”.