Città del Vaticano , lunedì, 3. febbraio, 2025 18:00 (ACI Stampa).
Tra le varie "Direzioni" che fanno capo al Governatorato dello Staro della Città del Vaticano, una è legata alla storia delle Ville Pontificie a Castelgandolfo. Come di legge nelle note storiche dell' Annuario Pontifico "il primo possedimento pontificio in Castel Gandolfo risale al 1596 quando, per disposizione di Clemente VIII, la Camera Apostolica prese possesso della rocca di Castel Gandolfo, una piccola fortezza quadrata con alte mura merlate, con il circostante Giardino del Moro, già proprietà dei Gandulphi (XII secolo) cui erano subentrati, nel secolo successivo, i Savelli. Nel 1604 la rocca venne incorporata, con decreto concistoriale, nel dominio temporale della Chiesa.
Urbano VIII elesse Castel Gandolfo come residenza estiva dei pontefici (1626), dopo aver fatto ampliare il castello con la realizzazione della grande ala verso il lago e di parte della facciata, affidandone l'esecuzione a Carlo Maderno.
Alessandro VII completò la costruzione del palazzo pontificio con il nuovo prospetto verso la piazza e l'ala verso il mare, realizzata su disegno e con l'assistenza di Gian Lorenzo Bernini.
Clemente XIV nel 1773 ampliò la residenza pontificia con l'acquisto della adiacente Villa del Cardinale Camillo Cybo, dell'estensione di circa tre ettari".
Un cambio sostanziale arriva con "il Trattato Lateranense del 1929 le Ville Pontificie assunsero le attuali dimensioni con l'acquisizione della Villa Barberini che ospita cospicui avanzi della villa dell'imperatore Domiziano (81-96 d.C.).