Roma , mercoledì, 5. febbraio, 2025 12:30 (ACI Stampa).
Elisabetta Canori Mora, beata della Famiglia. E in tempi come questi, ricordarla è necessario. Giovanni Paolo II, quel 24 aprile 1994 (anno della Famiglia), all’omelia della beatificazione pronunciò queste parole: “Elisabetta Canori Mora, da parte sua, in mezzo a non poche difficoltà coniugali dimostrò una totale fedeltà all’impegno assunto con il sacramento del matrimonio e alle responsabilità da esso derivanti. Costante nella preghiera e nell’eroica dedizione alla famiglia, seppe educare cristianamente le figlie ed ottenne la conversione del marito”, Parole che non hanno tempo. Come la figura della beata, terziaria dell'ordine della Santissima Trinità e degli schiavi.
Il profilo di un medagione dell'epoca - quella che oggi potrebbe definirsi una fotografia - ci offre la possibilità di carpire alcuni dettagli della sua figura: donna elegante; un viso da fanciulla; le vesti sobrie ma brillanti (la luce della bellezza di Dio); e poi quelle mani congiunte che stanno lavorando a maglia, come qualsiasi altra donna. Eppure la Canori Mora non era una donna "qualsiasi": ma in questa sua quotidianità, tutta la santità, come ricordava San Giovanni Paolo II.
A Roma, il 21 novembre 1774, nasce Elisabetta Canori da Tommaso e Teresa Primoli. La sua è una famiglia benestante, profondamente cristiana e attenta all'educazione dei figli. Il padre era un importante proprietario terriero. Gentiluomo di vecchio stampo, Tommaso: amministrava senza avidità, senza il solo fine del guadagno. La piccola Elisabetta viene educata dalle suore agostiniane di Santa Rita a Cascia. Una educazione che segnerà nello spirito, per sempre, la sua vita.
A ventidue anni, il matrimonio con un giovane avvocato, Cristoforo Mora. Elisabetta, donna forte, donna di una religiosità che è fede, soprattutto. Una fede radicata nel servizio per i più deboli, gli emarginati. Una fede che diviene sempre più profonda e che le permetterà - nonostante il tradimento del marito - di vivere in totale fedeltà al Sacramento del Matrimonio. Nascono due figlie: Lucina (diventerà poi religiosa filippina) e Marianna.
Donna dalle profondi doti spirituali, mistiche. Basterebbe leggere il suo Diario per rendersene subito conto. In queste pagine si intrecciano: esperienze mistiche, scrutazione dei cuori, spirito di profezia, poteri taumaturgici. Dall'altra parte deve subire i tradimenti del marito: lo fa in silenzio, offrendo tutto al Signore. Naturale è che da lei, già allora considerata la santa paziente delle donne tradite, trovino particolare accoglienza le famiglie in difficoltà.




