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Papa Francesco, con l’aiuto di Dio possiamo evitare di assuefarci all’ingiustizia della tratta di esseri umani

L'udienza del Papa alla delegazione della rete “Talitha Kum” e il messaggio per l'undicesima Giornata mondiale di preghiera e riflessione contro la tratta di persone.

Papa Francesco e i rappresentanti di Talitha Kum |  | Vatican Media
Papa Francesco e i rappresentanti di Talitha Kum | Vatican Media
Papa Francesco e la Rete Talitha Kum |  | Vatican Media
Papa Francesco e la Rete Talitha Kum | Vatican Media

"Non possiamo accettare che tante sorelle e tanti fratelli siano sfruttati in maniera così ignobile. Il commercio dei corpi, lo sfruttamento sessuale, anche di bambini e bambine, il lavoro forzato sono una vergogna e una violazione gravissima dei diritti umani fondamentali".

Lo ha detto Papa Francesco nel saluto alla delegazione della rete “Talitha Kum”, in occasione della Giornata Mondiale di preghiera e riflessione contro la tratta di persone incontrati oggi.

Il Papa ha ricordato Santa Giuseppina Bakhita, che fu vittima di questa terribile piaga sociale. "La sua storia ci dà tanta forza, mostrandoci come, nonostante le ingiustizie e le sofferenze subite, con la grazia del Signore sia possibile rompere le catene, tornare liberi e diventare messaggeri di speranza per altri che sono in difficoltà".

Un dramma che non può lasciare indifferenti, dice il Papa che ha incontrato il gruppo a Santa Marta a causa di una bronchite.

"So che siete un gruppo internazionale, alcuni di voi sono arrivati da molto lontano per questa settimana di preghiera e riflessione contro la tratta. Vi ringrazio! In modo speciale mi congratulo con i giovani ambasciatori contro la tratta che, con creatività ed energia, trovano sempre nuovi modi per sensibilizzare e informare" ha sottolineato.

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Ed ha concluso: "Incoraggio tutte le organizzazioni di questa rete e tutti i singoli che ne fanno parte a continuare ad unire le forze, mettendo al centro le vittime e i sopravvissuti, ascoltando le loro storie, prendendovi cura delle loro ferite e amplificando la loro voce. Questo significa essere ambasciatori di speranza; e spero che in questo Giubileo tante altre persone seguano il vostro esempio".

Pubblicato oggi anche il messaggio del Papa nell’undicesima Giornata mondiale di preghiera e riflessione contro la tratta di persone. "Come è possibile continuare a nutrire speranza davanti ai milioni di persone, soprattutto donne e bambini, giovani, migranti e rifugiati, intrappolate in questa schiavitù moderna? Dove attingere sempre nuovo slancio per contrastare il commercio di organi e tessuti umani, lo sfruttamento sessuale di bambini e bambine, il lavoro forzato, compresa la prostituzione, il traffico di droghe e di armi? Come facciamo a registrare nel mondo tutto questo e a non perdere la speranza?" Si chiede il Papa e prosegue: " Solo sollevando lo sguardo a Cristo, nostra speranza, possiamo trovare la forza di un rinnovato impegno che non si lascia vincere dalla dimensione dei problemi e dei drammi".

E, prosegue il Papa parlando dei giovani che in tutto il mondo lottano contro la tratta: "Con l’aiuto di Dio possiamo evitare di assuefarci all’ingiustizia, allontanare la tentazione di pensare che certi fenomeni non possano essere debellati". Del resto "la tratta è un fenomeno complesso, in continua evoluzione, e trae alimento da guerre, conflitti, carestie e conseguenze dei cambiamenti climatici. Pertanto richiede risposte globali e un sforzo comune, a tutti i livelli, per contrastarlo".

L'invito del Papa ai rappresentanti dei governi e delle organizzazioni che condividono questo impegno, e a "mettere in opera un grande sforzo e creare le condizioni affinché la tratta e lo sfruttamento vengano banditi e prevalga sempre il rispetto dei diritti umani fondamentali, nel riconoscimento fraterno della comune umanità".