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Il cardinale Re ricorda Papa Francesco, "Conservò il suo temperamento e la sua forma di guida pastorale"

L'omelia del Decano del Collegio cardinalizio per il funerale di Papa Francesco

Il funerale di Papa Francesco |  | Vatican Media
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Il funerale di Papa Francesco | Vatican Media
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Il funerale di Papa Francesco | Vatican Media

"È stato un Papa in mezzo alla gente con cuore aperto verso tutti". Così il cardinale Giovanni Battista Re, decano del Sacro Collegio ha definito nella sua omelia Papa Francesco nel giorno del suo funerale.

Decine di migliaia di persone hanno iniziato ad entrare in Piazza San Pietro alle 6 di questa mattina, alle 9.30 hanno iniziato ad arrivare le delegazioni e la bara del pontefice è arrivata sulla piazza alle 10.09 minuti. Solenne il funerale, come del resto è normale per un Papa. La liturgia del resto non poteva essere diversa. La bara, con elegantemente intagliata la croce, lo stemma e il motto di Papa Francesco, era portata a spalla dai Sediari Pontifici, e sulla bara è stato messo un Evangeliario aperto, come è ormai consuetudine dai funerali di Paolo VI nel 1978.

Paramenti rossi, il colore liturgico dei funerali dei Pontefici, le casule sono quelle volute da Benedetto XVI, migliaia di sacerdoti a concelebrare. Il coro solenne della Cappella Sistina e quasi duecento delegazioni tra politiche e religiose alla destra dell'altare sul sagrato della basilica vaticana.

Tra i primi ad arrivare il presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella e la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni.

Il Presidente degli Stati Uniti Trump con la moglie hanno sostato in basilica davanti alla bara del Papa.  E poi re, regine, capi di stato e tra le delegazioni religiose il Patriarca di Costantinopoli Bartolomeo I e il Primate d' Inghilterra Cottrell.

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"Conservò il suo temperamento e la sua forma di guida pastorale, - ha detto il cardinale Re- e diede subito l’impronta della sua forte personalità nel governo della Chiesa, instaurando un contatto diretto con le singole persone e con le popolazioni, desideroso di essere vicino a tutti, con spiccata attenzione alle persone in difficoltà, spendendosi senza misura, in particolare per gli ultimi della terra, gli emarginati. È stato un Papa in mezzo alla gente con cuore aperto verso tutti. Inoltre è stato un Papa attento al nuovo che emergeva nella società ed a quanto lo Spirito Santo suscitava nella Chiesa.

Con il vocabolario che gli era caratteristico e col suo linguaggio ricco di immagini e di metafore, ha sempre cercato di illuminare con la sapienza del Vangelo i problemi del nostro tempo, offrendo una risposta alla luce della fede e incoraggiando a vivere da cristiani le sfide e le contraddizioni di questi nostri anni di cambiamenti, che amava qualificare “cambiamento di epoca”.

Il cardinale ha sottolineato il tratto umano  della "spontaneità" e il "carisma dell’accoglienza e dell’ascolto" e il primato dell’evangelizzazione che " è stato la guida del suo Pontificato, diffondendo, con una chiara impronta missionaria, la gioia del Vangelo".

Il filo conduttore del pontificato è stato che la "Chiesa è una casa per tutti; una casa dalle porte sempre aperte".

Re ha ricordato alcune delle espressioni più ripetute dal Papa come la "immagine della Chiesa come “ospedale da campo” dopo una battaglia in cui vi sono stati molti feriti; una Chiesa desiderosa di prendersi cura con determinazione dei problemi delle persone e dei grandi affanni che lacerano il mondo contemporaneo; una Chiesa capace di chinarsi su ogni uomo, al di là di ogni credo o condizione, curandone le ferite."

Poi il tema del rifugiati, dei profughi e dei poveri a partire dal viaggio a Lampedusa  a quello di Lesbo. E poi i suoi 47 "faticosi" Viaggi Apostolici e in particolare quello in Iraq nel 2021, compiuto sfidando ogni rischio: "un balsamo sulle ferite aperte della popolazione irachena, che tanto aveva sofferto per l’opera disumana dell’ISIS".

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Re ricorda il Giubileo della Misericordia perché "Misericordia e gioia del Vangelo sono due parole chiave di Papa Francesco". E prosegue l'elenco dei temi dal contrasto alla“la cultura dello scarto”, a quella della fraternità con la firma  del documento sulla “Fratellanza Umana per la Pace Mondiale e la Convivenza Comune”, richiamando la comune paternità di Dio.

E poi la attenzione all' Ambiente che la Lettera Enciclica Laudato si’ che "ha richiamato l’attenzione sui doveri e sulla corresponsabilità nei riguardi della casa comune. “Nessuno si salva da solo”"

Infine le parole per la pace: "Papa Francesco ha incessantemente elevata la sua voce implorando la pace e invitando alla ragionevolezza, all’onesta trattativa per trovare le soluzioni possibili, perché la guerra – diceva - è solo morte di persone, distruzioni di case, ospedali e scuole. La guerra lascia sempre il mondo peggiore di come era precedentemente: essa è per tutti sempre una dolorosa e tragica sconfitta. “Costruire ponti e non muri” è un’esortazione che egli ha più volte ripetuto e il servizio di fede come Successore dell’Apostolo Pietro è stato sempre congiunto al servizio dell’uomo in tutte le sue dimensioni".

E conclude con le parole del Papa:" “Non dimenticatevi di pregare per me” che vengono applaudite.

Caro Papa Francesco, ora chiediamo a Te di pregare per noi e che dal cielo Tu benedica la Chiesa, benedica Roma, benedica il mondo intero, come domenica scorsa hai fatto dal balcone di questa Basilica in un ultimo abbraccio con tutto il popolo di Dio, ma idealmente anche con l’umanità che cerca la verità con cuore sincero e tiene alta la fiaccola della speranza".

E in qualche modo il cardinale delinea il futuro. A Pietro "Gesù gli affidò la grande missione: “Pasci le mie pecore”. Sarà questo il compito costante di Pietro e dei suoi Successori, un servizio di amore sulla scia del Maestro e Signore Cristo che “non era venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per tutti”".

Il rito prosegue con la liturgia eucaristica, con il prefazio I dei defunti, e dopo la Comunione con la Ultima raccomandazione e il commiato, con la preghiera delle Litanie  e la supplica della Chiesa di Roma guidata dal Cardinale Vicario. Poi la supplica delle Chiese Orientali con il rito proprio e la incensazione della bara.

Infine il canto del Magnificat accompagna il rientro della bara nella Basilica da dove sarà portata a Santa Maria Maggiore. Dalla Porta della Preghiera, a Piazza Santa Marta e tramite la porta del Perugino a fianco a casa Santa Marta, il corteo attraversa Roma, città blindata non solo per la sicurezza ma anche per permettere il passaggio del corteo. Sospesi i mezzi pubblici per tutto il centro di Roma. Presenti alle esequie circa 200 mila persone non solo in Piazza ma per tutta via della Conciliazione.