Città del Vaticano , venerdì, 9. maggio, 2025 11:49 (ACI Stampa).
Papa Leone XIV, all'indomani della sua elezione, ha celebrato stamane la Missa pro Ecclesia nella Cappella Sistina, insieme al collegio cardinalizio.
Nella sua prima omelia, il nuovo Pontefice ha ricordato che “Gesù è il Cristo, il Figlio del Dio vivente, cioè l’unico Salvatore e il rivelatore del volto del Padre”,
La risposta che Pietro dà a Gesù – ha osservato il Pontefice - “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente, coglie il dono di Dio e il cammino da percorrere per lasciarsene trasformare, dimensioni inscindibili della salvezza, affidate alla Chiesa perché le annunci per il bene del genere umano. Dio, chiamandomi attraverso il vostro voto a succedere al Primo degli Apostoli, questo tesoro lo affida a me perché, col suo aiuto, ne sia fedele amministratore a favore di tutto il Corpo mistico della Chiesa; così che Essa sia sempre più città posta sul monte, arca di salvezza che naviga attraverso i flutti della storia, faro che illumina le notti del mondo”.
“E ciò – ha aggiunto il Papa - non tanto grazie alla magnificenza delle sue strutture o per la grandiosità delle sue costruzioni, quanto attraverso la santità dei suoi membri”.
Il Papa ripropone poi la domanda “la gente chi dice che sia il Figlio dell’uomo? Non è una questione banale, anzi riguarda un aspetto importante del nostro ministero: la realtà in cui viviamo, con i suoi limiti e le sue potenzialità, le sue domande e le sue convinzioni. C’è prima di tutto la risposta del mondo, che considera Gesù una persona totalmente priva d’importanza, al massimo un personaggio curioso, che può suscitare meraviglia con il suo modo insolito di parlare e di agire. E così, quando la sua presenza diventerà fastidiosa per le istanze di onestà e le esigenze morali che richiama, questo mondo non esiterà a respingerlo e a eliminarlo”, per la “gente comune il Nazareno non è un ciarlatano: è un uomo retto, uno che ha coraggio, che parla bene e che dice cose giuste, come altri grandi profeti della storia di Israele. Per questo lo seguono, almeno finché possono farlo senza troppi rischi e inconvenienti. Però lo considerano solo un uomo, e perciò, nel momento del pericolo, durante la Passione, anch’essi lo abbandonano e se ne vanno, delusi”.