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Letture, la vita di sant' Agostino nel romanzo di Louis De Wohl

Per introdurre alla conoscenza del 267mo successore di Pietro ci sono molte letture da affrontare.

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Il Papa appena eletto, Leone XIV, è un agostiniano, come sappiamo. 

Per introdurre alla conoscenza del 267mo successore di Pietro ci sono molte letture da affrontare. A cominciare, naturalmente, dalle opere stesse di sant’Agostino, e con quella che è la sua opera più universalmente nota, Le Confessioni, che rappresentano, oltretutto, un modello insuperato del genere autobiografico e un diario spirituale che hanno sviluppato una profonda influenza nella cultura occidentale.

Nessuno, dunque potrebbe descrivere meglio la sua esistenza, e in ogni caso molti si sono cimentati nell’impresa di descrivere la straordinaria parabola esistenziale di Agostino di Ippona, contribuendo a farla conoscere e farla diventare quasi paradigmatica: il giovane ambizioso, intelligente, tutto dedito ai piaceri mondani, che si converte e diventa uno della più importanti figure della storia della Chiesa.

Louis De Wohl, scrittore di grande capacità di empatia, si potrebbe dire, con i personaggi che ricrea nella forma romanzata, ha affrontato la grande impresa di raccontare Agostino e quel che ha vissuto e incarnato in un racconto affascinante e avventuroso, capace di far avvicinare anche i lettori meno “strutturati” dal punto di vista teologico alla profondità e vastità del pensiero agostiniano.  Lo scrittore, com’è sua abitudine, costruisce una puntale ricostruzione storica in modo fluido e scorrevole e sceglie di raccontare molto di questa storia  dal punto di vista di Alipio, amico fedele e testimone dello straordinario percorso di Agostino, inserito nell’ epoca complessa in cui l’impero romano entra in una crisi irreversibile e un nuovo mondo si fa  strada, tra violenze, guerre, ma anche nuove, straordinarie prospettive.

L’infanzia e la gioventù di Agostino trascorrono in Africa, fra la città natale di Tagaste e Cartagine, dove si completa la sua formazione e nasce la sua passione intellettuale per la dottrina manichea. Circondato da amici devoti (Alipio, Romaniano, Armodio, Onorato),  e dall’affetto incondizionato di  Melania, il giovane brillante maestro di retorica si lascia conquistare dal fascino della teoria di Mani, che sembra poter offrire una risposta alle sue più profonde domande esistenziali. Il manicheismo, dunque, come prima scelta filosofica e, in qualche modo, di comportamento. Compare sulla scena, sia pure a lungo sullo sfondo,  però, la figura della madre Monica, che vede il figlio avventurarsi in una serie di esperienze “pericolose”, che potrebbero perderlo, e quindi invoca  la protezione di Dio con preghiere incessanti.

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Che verranno ascoltate con esiti davvero inconcepibili molti anni dopo quando Agostino, giunto in Italia e avvinto dalla grande  figura di Ambrogio, vescovo di Milano, scopre quanto fossero fragili e insoddisfacenti  le tante filosofie e dottrine esotiche che ha seguito, per abbandonarsi all’unica grande Verità della fede cristiana. Insieme al figlio Adeodato (che non vivrà a lungo) prende la decisione più importante: la conversione, la’ dove lo attende da sempre la madre. Abbandona le brillanti prospettive di carriera, rinuncia alle tentazioni della vita mondana e pone  la sua straordinaria intelligenza al servizio di Cristo, facendo ritorno nella “sua” Africa.

Da qui assiste al crollo di Roma, invasa dai goti Alarico, e, divenuto per acclamazione vescovo di Ippona, subisce sulla sua pelle le vicende storiche drammatiche che segnano  un’epoca controversa in cui grandi imperatori come Teodosio si incrociano e scontrano con grandi figure spirituali come Ambrogio, mentre orde di barbari si riversano su quel che resta dell’immenso impero romano. Sembra davvero la fine di tutto, invece sarà l’inizio di un’altra storia, che porterà ad una totale trasformazione del mondo.

Su questo sfondo illimitato si staglia Agostino, giudicato fin dal principio “il più grande uomo” del suo tempo, che poi  diventerà un faro per l’intera umanità. De Wohl fa esprimere il giudizio forse più profetico sul santo e pensatore: “La vera grandezza di Agostino – come sempre quelle autentiche – non può venire riconosciuta appieno dalla sua epoca, perché trascende i limiti del tempo. Noi ne vediamo soltanto una piccola parte, ma la sua influenza si estenderà per secoli a venire. Agostino ha cominciato la sua vita come una fiamma inquieta, ed è diventato il faro vivente di tutto il pensiero umano”. Un romanzo scritto con la “solita” grande capacità di questo autore di dare vita ai suoi personaggi e al mondo in cui hanno vissuto. Un modo per entrare in sintonia con sant’Agostino e la sua parabola esistenziale: quella di un peccatore che si converte e rinasce ad una nuova, infinita vita. Un segno di speranza per tutti, insieme alla consapevolezza che Cristo rende davvero nuove tutte le cose.

Louis De Wohl,  Vita avventurosa di Sant’Agostino, Rizzoli, pp.350, euro 13