Roma , sabato, 10. maggio, 2025 12:30 (ACI Stampa).
Leone XIII, nato Vincenzo Gioacchino Raffaele Luigi Pecci, ossia il papa della “Rerum Novarum”, una delle encicliche più rivoluzionarie della storia: una vera e propria chiave di svolta nella Chiesa cattolica. Doveva essere un pontefice di transizione, Leone XIII, e invece mutò con profonde e radicali decisioni il cammino della Chiesa.
La “Rerum Novarum” rappresenta la pietra miliare nella dottrina sociale cristiana: infatti, è il primo documento ufficiale (ed esplicito) che affronta problemi d'ordine sociale ed economico. Questa apertura così “rivoluzionaria” segnerà la strada - dobbiamo aspettare la seconda metà del ‘900 - ad altri due documenti cardine della Chiesa, che si faranno carico della delicata questione dei lavoratori all’interno del sistema economico-sociale moderno: l’enciclica “Populorum Progressio” di Paolo VI, e la “Centesimus annus” di Giovanni Paolo II.
L'enciclica - promulgata il 15 maggio 1891 - proponeva una terza via tra il conservatorismo dei partiti liberali e l'atteggiamento eversivo dei socialisti, definendo l’orientamento dell’azione politica e sociale dei nascenti sindacati e partiti cattolici. La struttura dell’Enciclica è semplice: dopo una descrizione del “male sociale” e alcune pagine che criticano il “falso rimedio” (il socialismo), vi è quella che potrebbe considerarsi la parte fondamentale che si sviluppa attorno a tre soggetti indispensabili per guarire il male sociale: la Chiesa che insegna e agisce (13-24), lo Stato che deve intervenire per il bene comune (25-35), le associazioni professionali (di proprietari e di operai) che devono organizzare il campo sociale (36-44).