Città del Vaticano , venerdì, 23. maggio, 2025 18:00 (ACI Stampa).
Le sue parole sono sempre fonte di serenità e di interiorizzazione. Confrontandosi con tanti altri lettori, la considerazione è sempre la stessa: leggere Benedetto XVI-Joseph Ratzinger procura questo senso di certezza che non sarà il male ad avere l’ultima parola. E ci si apre davanti la bellezza e la grandezza della storia della Chiesa.
Lo stesso percorso che emerge dal volume "Il Signore ci tiene per mano". Omelie inedite 2005-2017. Avvento, Quaresima, Pasqua, a cura di Riccardo Bollati, Luca Caruso e Federico Lombardi, recentemente arrivato in libreria. Il libro, con la prefazione di monsignor Georg Gänswein già segretario particolare di Benedetto XVI, ora nunzio apostolico nei Paesi Baltici, e dell’introduzione di padre Lombardi, presidente della Fondazione Vaticana Joseph Ratzinger-Benedetto XVI, è in corso di traduzione in diverse lingue presso vari editori. Nel volume sono presentate omelie inedite di Benedetto XVI pronunciate nel corso delle Messe “private” celebrate durante il pontificato e nel periodo dopo la rinuncia. Nei prossimi mesi sarà pubblicato anche il secondo volume, contenente le omelie inedite del “tempo ordinario”.
Queste pagine hanno il potere di restituire la voce di Papa Ratzinger che guida alla lettura della Sacra Scrittura in un modo sempre nuovo. Ma c’è un altro elemento che fa vibrare di una forza diversa queste pagine: al centro della fede c’è un incontro, una relazione personale con Cristo, qualcosa di concreto, di incarnato, non un ragionamento, non un insieme di regole, o di principi universale per un “buon vivere”, per un generico umanitarismo, per poter essere buoni, saggi, piacevoli. “Dobbiamo pensare che cosa sarebbe la vita se non conoscessimo Gesù. Se Gesù non ci fosse stato, come sarebbe vuoto il mondo!”, sottolineò nel 2013, poche settimane dopo le dimissioni.
Joseph Ratzinger ha sempre curato in maniera particolare la predicazione nella liturgia domenicale, preparandola durante tutta la settimana. Nelle omelie (composte in un numero elevatissimo) confluivano la sua passione teologica, l’amore per i Padri della Chiesa e la capacità di interpretare la sua storia e la storia universale alla luce della Parola di Dio. Padre Lombardi, nella sua Introduzione, spiega infatti che “Benedetto XVI è generalmente considerato a buon diritto uno dei maggiori teologi cattolici contemporanei, ma non bisogna dimenticare che può altrettanto bene venire considerato uno dei maggiori predicatori del nostro tempo, in particolare nell’ambito liturgico e sacramentale. E le due cose vanno insieme: insegnare e predicare la fede è stata la missione della sua vita intera”.
Prendiamo ad esempio l’omelia pronunciata da Benedetto XVI il 27 maggio 2007, domenica di Pentecoste, nella Messa celebrata nella Cappella privata del Palazzo Apostolico.