Roma , lunedì, 26. maggio, 2025 14:00 (ACI Stampa).
L’Oratorio e san Filippo Neri: un binomio vincente che ancora oggi fa riflettere e mantine viva la spiritualità del santo fiorentino ma romano d’adozione. L’Oratorio, opera a cui san Filippo Neri diede vita – poco dopo la sua ordinazione sacerdotale avvenuta il 23 maggio del 1551 – nella chiesetta romana di San Girolamo della Carità.
Il fine di quest’opera? Fra crescere spiritualmente ogni fedele nel rapporto personale con Dio attraverso la preghiera e la pratica sacramentale. Ma come si svolgeva l’attività dell’Oratorio? Primo momento, una riunione pomeridiana nella quale venivano recitati quattro sermoni; poi, successivamente, vi era la riunione vespertina (con un momento di meditazione e di preghiera litanica). Per la domenica erano previsti invece diversi momenti di riunione: l’incontro della mattina; le passeggiate per Roma; la celeberrima visita alle Sette Chiese; e poi vi erano i momenti di quelle che oggi si potrebbero definire “canzonette spirituali”, le cosiddette “laudi”, modi di evangelizzare con l’arte musicale.
Infatti, fra le tante idee innovative che san Filippo Neri aveva introdotto nei suoi Oratori, quella più “moderna” è stata quella di coniugare musica e parole per offrire al fedele una catechesi “cantata”. In questo caso, dobbiamo ricordare il suo passato “da fiorentino”: da giovane, a Firenze, san Filippo Neri, molto probabilmente, aveva avuto modo di assistere alle laudi sacre cantate, pratica assai diffusa fra il popolo fiorentino dell’epoca. Neri, allora, ricorda questo strumento divulgativo e lo porta a Roma. Lo rende suo. Il canto che aiuta a pregare, a vivere cristianamente la propria esistenza.
L’Oratorio, inoltre, è stato anche una grande “fucina” di molte vocazioni sacerdotali. Fra tanti nomi ricordiamo quelli di Cesare Baronio e Francesco Maria Tarugi, futuri cardinali che maturarono la vocazione sacerdotale proprio nell’ambiente oratoriano, catturati dal metodo e dall’azione pastorale di san Filippo Neri. L’Oratorio, all’epoca, cominciò ad avere sempre più seguaci tanto da far cambiare sede: da San Girolamo della Carità, primo fulcro dei “fedelissimi” del Neri, si passò alla chiesa di San Giovanni dei Fiorentini. Ed è proprio in questo luogo che iniziò tra i discepoli del santo quella semplice vita familiare fatta di poche regole essenziali, culla e fucina della futura Congregazione. Nel 1575 sarà la volta di un altro luogo che divenne poi il fulcro dell’attività pastorale dell’Oratorio: Santa Maria in Vallicella.