Il dossier si pare con un utile articolo storico di Marco Rizzi Ordinario di Letteratura cristiana
antica, Università Cattolica di Milano su come si è arrivati al Concilio grazie alle cronache di Eusebio di Cesarea, che tra l'altro "ricorda lo stupore dei vescovi, tra cui alcuni che portavano ancora i segni delle torture subite durante la grande persecuzione di Diocleziano all’inizio del secolo, nel vedersi splendidamente accolti dall’imperatore in persona, tanto da spingere il cronista a cogliere in tutto questo – imprudentemente – un segno dell’avvento del Regno di Dio". L'imperatore era Costantino che aveva convocato il Concilio per ragioni teologiche, ma soprattutto di potere.
Bellissima la mappa con i luoghi di origine dei vescovi presenti realizzata da p. Jesus Gil della Fondazione Axum secondo la lista fornita da Eusebio di Cesarea. "La carta illustra le eparchie e le città di residenza di 199 vescovi tratti da una lista definita nel 1939 da uno storico tedesco, Ernst Honnigmann. Si nota l’assenza di Roma. Impossibilitato a intraprendere il viaggio, papa Silvestro si fece rappresentare da due delegati.
La parte teologica è illustrata da Padre Bizzeti, e quella ecumenica da fra Guido Dotti monaco di Bose che ha curato i testi per le celebrazioni per la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani – per quest’anno 2025.
C'è poi la parte archeologica che ci accompagna per le vie della città oggi completamente islamizzata. Tanto che la chiesa dove si ipotizza si sia svolto il Secondo Concilio nel 787 è divenuta moschea. La Basilica di Santa Sofia, gioiello di architettura e arte cristiana , è tornata nel 2011 al culto islamico.
Interessante la scheda dedicata alla sociologia della religione, «La diatriba di Nicea –spiega Franco Garelli, già ordinario di Sociologia dei processi culturali e Sociologia delle religioni all’Università di Torino- era tra un Dio perfezione, lontano dal mondo (la posizione di Ario) e un Dio che si fa uomo, che entra nella storia. Una questione per quel tempo importantissima: qual è la natura del Dio che noi riconosciamo e adoriamo? Un Dio così perfetto da non avere alcun legame con il mondo della storia, oppure un Dio che si prende a cuore le vicende umane? Questa diatriba oggi è poco sentita, risulta abbastanza nebulosa. C’è chi si domanda perché Dio dovrebbe interessarsi a questo puntino nella galassia, quale è il nostro pianeta, anche se, in ambito cristiano, è prevalsa l’idea di un Dio che guarda alle vicende umane. Emerge la tentazione di rendere Dio troppo vicino all’uomo, senza pensare quello che Nicea ci ha consegnato, cioè il senso del mistero".
Emerge una questione di fondo per tutti i cristiani secondo Padre Bizzeti: "Nicea ci ricorda che nemmeno delle soddisfacenti definizioni dottrinali possono tenere unito il Popolo di Dio".
La sfida che oggi questo anniversario presenta al mondo cristiano è quella dell'unità, quella del confronto con le altre religioni, quella di far emergere dall'acqua del lago che la ricopre la Chiesa come la basilica bizantina del IV secolo emersa nel 2014 durante un'esplorazione subacquea effettuata nel lago di Iznik, il nome attuale di Nicea.
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