Advertisement

La dottrina sociale vista da un osservatorio internazionale

L’arcivescovo Ettore Balestrero, osservatore della Santa Sede presso le organizzazioni internazionali a Ginevra, spiega il senso delle sfide della dottrina sociale oggi

Arcivescovo Ettore Balestrero | L'arcivescovo Ettore Balestrero, Osservatore Permanente della Santa Sede a Ginevra | Vatican Media Arcivescovo Ettore Balestrero | L'arcivescovo Ettore Balestrero, Osservatore Permanente della Santa Sede a Ginevra | Vatican Media

Dal suo osservatorio di Ginevra, l’arcivescovo Ettore Balestrero, nunzio apostolico, “apparecchia” il lavoro della Santa Sede in quaranta diverse organizzazioni internazionali. Sfide come l’intelligenza artificiale, i temi del mercato del lavoro, i diritti umani – tutti temi toccati da Papa Leone XIV sin dalla scelta del suo nome – passano proprio attraverso le organizzazioni internazionali di Ginevra. C’è un detto che dice che “a Ginevra si cucina ciò che sarà mangiato alle Nazioni Unite di New York”. E questo dà il senso del valore del missione della Santa Sede.

Leone XIV ha subito posto l'attenzione, con la scelta del nome, sul tema della Dottrina Sociale della Chiesa. Dal suo osservatorio di Ginevra, quanto è importante la dottrina sociale e i suoi sviluppi nel mondo?

La dottrina sociale della Chiesa contribuisce a che ciò che è giusto possa essere efficacemente riconosciuto e poi anche realizzato. Perché ciò avvenga, bisogna che le esigenze della giustizia siano anteposte agli interessi personali, o di una categoria sociale, o anche di uno Stato. Per la Chiesa si apre qui uno spazio assai ampio: essa aiuta a radicare, alimentare e irrobustire nelle coscienze le energie necessarie a che tutto ciò si realizzi.

Quale è l’impatto della Dottrina Sociale alle Nazioni Unite?

A Ginevra, la dottrina sociale interessa persino coloro che non credono. In un mondo che cambia e dove crescono le tensioni ed i conflitti, tante domande sul senso della vita, sulla dignità della persona e sui principi e i limiti della convivenza sociale si fanno più drammatiche e incalzanti. Le risposte, purtroppo, quando ci sono, sono spesso egoiste e poco convincenti. Per questo si guarda alla Chiesa, e in primis al Papato, come all’istanza etica più autorevole, credibile e compassionevole. Si sente il bisogno di confrontarsi e di ricevere lumi dalla dottrina sociale della Chiesa per salvaguardare la persona umana e il suo futuro, il bene di tutti e di ciascuno, l’ambiente.

Advertisement

In che modo la Santa Sede lavora su questo interesse?

L’interesse del mondo ci impegna a declinare nel presente i principi di questa dottrina. In questo spirito, stiamo per pubblicare uno studio sui principi etici che dovrebbero guidare le attività della comunità internazionale nel cosiddetto spazio extra-atmosferico, oggi di grande attualità, anche alla luce della sua crescente importanza economica, militare e strategica. La pubblicazione è il frutto di anni di consultazione con vari esperti nel settore del disarmo e del diritto internazionale. Essa invita a considerare lo spazio come res communis, da esplorare con un senso di responsabilità condivisa e orientata al bene comune, anche a favore delle generazioni future. Dato che la nostra vita quotidiana è sempre più influenzata dai satelliti (si pensi al monitoraggio e alla prevenzione dei disastri naturali, alla navigazione, alle telecomunicazioni, etc), è fondamentale che lo spazio non diventi un nuovo teatro di conflitti, ma che in esso gli Stati e gli attori privati,  sempre più protagonisti, cooperino e  regolino in modo in modo equo le loro attività.

Il Papa ha sottolineato subito il legame del suo nome con la nuova rivoluzone industriale e le sfide che nascono con l'intelligenza artificiale e le sue applicazioni. Quali sono i momenti a Ginevra in cui vi siete occupati del tema dell'intelligenza artificiale? E quali sono le conseguenze nei campi del lavoro, della pace, della salute e dell'ecologia, che sono tra i temi più importanti che deve affrontare la missione?

Il tema dell’AI è oggetto di grande interesse traversale, da parte di pressoché tutte le Organizzazioni Internazionali di Ginevra: l’Alto Commissariato dei Diritti umani, le Organizzazioni Mondiali della Salute e del Lavoro, la Conferenza del disarmo e i processi collegati a varie convenzioni internazionali. Non si possono nemmeno dimenticare altre importanti Organizzazioni Internazionali come l’Unione Internazionale delle Telecomunicazioni e l’Organizzazione Mondiale del Commercio. Centri di eccellenza come il CERN e di studio come il Geneva Science and Diplomacy Anticipator (GESDA) sono pure coinvolti nella rivoluzione provocata dall’intelligenza artificiale e nel suo utilizzo a scopo di ricerca. Di conseguenza, la Missione della Santa Sede a Ginevra si occupa di IA in vari contesti e sotto vari profili: nel campo del lavoro, della salute, della pace e dei diritti umani, ecc. L’anno scorso siamo stati la prima Missione diplomatica a Ginevra ad organizzare un Colloquio su questo tema, soprattutto per incoraggiare il confronto fra il mondo diplomatico e le organizzazioni internazionali, con esperti di livello internazionale come Padre Benanti.

Papa Leone ha parlato in particolare del mondo del lavoro. Quale è la situazione in quel campo?

Nel mondo del lavoro stiamo di fatto vivendo una nuova rivoluzione, questa volta “algoritmica”. Da un lato l’IA trasformerà questo mondo, creerà nuove mansioni e nuove figure professionali, consentirà di automatizzare molti processi, aumentando la produttività in certi settori e liberando i lavoratori da compiti ripetitivi o usuranti. D’altra parte, è inevitabile che molti posti di lavoro divengano superflui e siano eliminati, come pure il rischio che aumentino le  disuguaglianze fra Paesi e persone.

More in Mondo

Cosa succede, invece, per quanto riguarda l’impegno per la pace?

Nell’impegno per la pace, l’IA aiuterà a identificare potenziali aree di instabilità e di tensioni, favorirà il monitoraggio delle violazioni dei diritti umani, creerà simulazioni di scenari. D’altra parte, potrebbe anche favorire e disseminare la disinformazione, una visione parziale e ideologica della realtà e dei problemi, a seconda degli archivi di dati che elaborerà ad altissima velocità. Inoltre, è proprio di questi giorni il dibattito, in campo umanitario, sui cosiddetti lethal autonomous weapons systems  (i cosidetti  “killer robots”) in grado di selezionare bersagli e di attaccarli in maniera totalmente autonoma, con gravissime conseguenze per la dignità umana: come evitare che la decisione sulla vita di migliaia di persone sia consegnata alle decisioni autonome di un armamento militare frutto dei risultati degli algoritmi della sua IA?   

Leone XIV ha anche parlato di attenzione ai diritti fondamentali. Ma quali sono questi diritti e in che modo vanno promossi?

I diritti fondamentali sono i diritti in cui si articola la dignità umana, essi esprimono tale dignità delle persone in quanto creature o, addirittura, figli di Dio. Sono diritti che valgono ovunque, sempre e per tutti e debbono essere promossi a tutti i livelli, individuale comunitario ed istituzionale, ma anche in ogni ambito, culturale, giuridico, sociale ed economico e religioso.   Per promuoverli non basta proclamarli: occorre garantirli, difenderli, renderli effettivi e sanzionare chi non li rispetta. Non servono slogans e promesse, ma occorre piuttosto consapevolezza e concretezza, determinazione e libertà da interessi e ideologie che mortificano l’uomo anziché renderlo libero.

Quali delle varie agenzie di cui è osservatore ritiene essere le agenzie che portano la sfida del futuro? E perché?

Sono convinto che quasi tutte le Agenzie di Ginevra portino la sfida per il futuro. Basti pensare alla guerra dei dazi scatenatasi negli scorsi mesi e che sta mettendo a prova il commercio internazionale e la coesione dei paesi membri dell’OMC. Oppure al cosiddetto “trattato contro le pandemie”, adottato a Ginevra nelle scorse settimane, che mira a prevenire, preparare e rispondere con maggiore efficacia ed equità alle emergenze sanitarie internazionali, assicurando fra l’altro più vaccini e fondi per i Paesi poveri.

L’Alto Commissariato per i Rifugiati e l’Organizzazione per le Migrazioni soccorrono molte di quei 30 milioni di persone costrette a fuggire dalle proprie case a causa di persecuzioni, conflitti, violenze e violazioni dei diritti umani, nonché un numero consistente dei 350 milioni di migranti internazionali. Nel futuro prossimo, il lavoro di tali organismi continuerà certamente ad essere necessario.  Se parliamo di futuro, come dimenticare che quasi tutto il lavoro sui diritti umani dell’ONU è elaborato a Ginevra. Qui c’è la “cucina” e a New York “il ristorante”, ossia qui si negoziano i testi e là essi sono adottati definitivamente.

Quali sono le sfide da affrontare?

La frammentazione della comunità internazionale in cosiddetti “like-minded groups”, la conflittualità e la mancanza di dialogo di cui soffre il mondo attuale hanno trovato domicilio anche in tutti questi campi. Gli strumenti e gli organismi che dovrebbero tutelare e promuovere i diritti umani sono spesso portatori di una falsa antropologia, che vuole imporre una visione riduttiva e ideologizzata della persona, piuttosto che rispondere ai bisogni reali delle popolazioni della terra.  

Quali altre agenzie ci sono a Ginevra?

A Ginevra ci sono Agenzie forse meno conosciute al grande pubblico, ma che hanno tuttavia un’importanza strategica per il futuro. L’Unione Internazionale delle Comunicazioni, per esempio, di cui è membro lo Stato della Città del Vaticano, attribuisce le frequenze e le orbite ai satelliti. Queste sono risorse naturali limitate e la loro assegnazione acquisisce pertanto una crescente importanza strategica, con forti ricadute economiche e politiche. L’Organizzazione Metereologica Mondiale si occupa degli strumenti di controllo dell'aumento della temperatura globale, dell'innalzamento del livello del mare e dello scioglimento dei ghiacciai. Come sappiamo, gli indici di questi fenomeni continuano purtroppo a peggiorare e ciò ha un impatto diretto sulla migrazione, sullo stress idrico di intere popolazioni, sulle ondate di caldo e sullo sfollamento delle popolazioni indigene.

 

Advertisement

Leone XIV ha dato subito una forte impronta per la pace. In che modo la Santa Sede opera per la pace? E quale è il compito della sua missione in questo senso?

Cristo è la pace, pertanto la promozione e la difesa della pace - nei cuori, nella società e nel mondo - sono al centro dell’azione della Chiesa e della Santa Sede. Lo ha ricordato Papa Leone qualche giorno fa, nel suo primo incontro con il Corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede. La Missione a Ginevra se ne occupa a livello diplomatico, partecipando ai lavori delle quasi 40 Agenzie internazionali che hanno sede a Ginevra, di cui la Santa Sede è Membro o Osservatore.  Come ha sottolineato il Papa agli Ambasciatori, non è sufficiente una concezione negativa della pace.

In che modo allora dare forza all’idea di pace?

Impegnarsi per l’accoglienza, la protezione e l’integrazione dei migranti e dei rifugiati significa onorare Cristo, a somiglianza del Quale essi sono stati creati, ma anche rispettare la loro dignità e difendere la pace e la stabilità. Promuovere un sistema commerciale giusto ed equo significa lavorare per la pace fra i Paesi. Difendere e promuovere il rispetto del diritto internazionale umanitario e invocare il rispetto dei trattati sul disarmo equivale ad aggiungere una piccola pietra all’edificio della pace mondiale, perché essa sia davvero “disarmata e disarmante”, come ha auspicato Papa Leone XIV. Promuovere la logica dell’incontro fra i Popoli e all’interno delle popolazioni, difendere la vita non nata e quella degli anziani è dire la verità sull’uomo, combattere la logica dello scarto, difendere i più deboli e favorire la pace sociale. Per sostenere il diritto allo sviluppo e difendere l’ambiente occorre combattere la povertà e l’ingiustizia, promuovendo la dignità umana e disinnescando alcuni dei più micidiali fattori dei conflitti odierni.