Città del Vaticano , mercoledì, 18. giugno, 2025 14:00 (ACI Stampa).
Dopo tre anni di preparazione, l’Opus Dei ha presentato il testo finale dei suoi nuovi Statuti alla Santa Sede, dove saranno sottoposti a revisione: lo ha annunciato lo scorso 13 giugno monsignor Fernando Ocáriz, prelato dell’Opus Dei, in una dichiarazione in cui si sottolinea che l’organizzazione ha seguito le istruzioni impartite da Papa Francesco all’Opera con la lettera apostolica Ad Charisma Tuendum, del 2022.
Nella lettera, Papa Francesco aveva chiesto radicali riforme all’Opus Dei, inclusa quella del ruolo del prelato, non più provvisto di dignità episcopale e tenuto a presentare ogni anno in Vaticano una relazione annuale sull’attività dell’organizzazione.
Alla morte di Papa Francesco, il processo di riforma degli Statuti fu fermato in attesa del nuovo pontefice, quando erano state rinviate anche le consultazioni interne finali. Appena una settimana dopo la sua elezione a Papa, Leone XIV ha ricevuto in Vaticano monsignor Ocáriz, informandosi dello stato di avanzamento della riforma degli Statuti. I nuovi statuti ora presentati sono già stati sottoposti a una revisione preliminare da parte del Dicastero per il Clero del Vaticano. I commenti formulati dal Vaticano sulla prima bozza sono stati incorporati nella bozza finale ora presentata, secondo l'Opus Dei.
L'Opus Dei ("opera di Dio") è stata fondata nel 1928 da San Josemaria Escrivá de Balaguer (1902-1975) come movimento cattolico laico. Il ramo femminile è stato istituito nel 1930. L'opera conta anche ben 2.000 sacerdoti propri. I membri dell'Opus Dei sono chiamati a plasmare la società attraverso una vita cristiana coerente.
L'Opus Dei opera attualmente in 68 paesi. Dei suoi 94.450 membri, il 98% sono laici e il 2% sacerdoti. Le donne superano in numero gli uomini (60%) tra i suoi membri (40%). Il 74% dei membri è sposato e il 26% è celibe.