Roma , mercoledì, 18. giugno, 2025 9:00 (ACI Stampa).
Profilo elegante, nobile. Viso austero ma non servero. E’ san Gregorio Barbarigo (Venezia, 16 settembre 1625 – Padova, 18 giugno 1697) di cui oggi ricorre la memoria liturgica. Nato in una ricca e influente famiglia veneziana, la madre morì affetta da peste quando Gregorio aveva solo due anni. Il padre era senatore della Repubblica di Venezia nonché fervente cattolico. E fu proprio il padre ad inidirizzarlo all’istruzione delle scienze naturali, facendogli completare anche gli studi di un corso di diplomazia.
Nel 1643, il primo viaggio a Münster: era ad accompagnare l'ambasciatore veneziano Alvise Contarini a in Germania per le negoziazioni in preparazione della Pace di Westfalia che pose termine alla Guerra dei trent'anni. Qui, nella città tedesca, ebbe la possibilità di conoscere l'Arcivescovo Fabio Chigi, Nunzio Apostolico in Germania e futuro Papa Alessandro VII, che partecipava alle negoziazioni. Tre anni anni dopo, nel 1646, farà ritorno a Venezia. Poi, Padova, la città a cui deve molto Gregorio: nella prestigiosa università di Padova studia greco, matematica, storia, filosofia. Nella città veneta ottiene un dottorato "in utroque iure" nel 1655.
Ma la vita è segnata dal Signore: chiamato da Dio, desiderava divenire religioso. Ma, sotto consiglio del suo direttore spirituale, diventerà sacerdote diocesano. L’ordinazione, il 21 dicembre 1655. Aveva trent'anni. Fu papa Alessandro VII a chiamarlo a Roma. Era il1656: diviene così "Prelato Domestico di Sua Santità", oltre a essergli affidati diversi incarichi nel Tribunale della Segnatura Apostolica.





