Città del Vaticano , mercoledì, 18. giugno, 2025 10:22 (ACI Stampa).
Oggi pensiamo "alle situazioni in cui ci sentiamo bloccati e chiusi in vicolo cieco. A volte ci sembra che sia inutile continuare a sperare; diventiamo rassegnati e non abbiamo più voglia di lottare. Questa situazione viene descritta nei Vangeli con l’immagine della paralisi. Per questo motivo vorrei fermarmi oggi sulla guarigione di un paralitico". Così stamane Papa Leone XIV introducendo la catechesi sulla speranza, in occasione della consueta udienza generale.
Nei pressi del Tempio di Gerusalemme Gesù raggiunge i malati accanto ad una piscina, le cui acque erano considerate taumaturgiche. "Si veniva a creare così una sorta di guerra tra poveri. Quella piscina si chiamava Betzatà, che significa casa della misericordia: potrebbe essere un’immagine della Chiesa - ha osservato il Papa - dove i malati e i poveri si radunano e dove il Signore viene per guarire e donare speranza".
"Gesù - ha spiegato Leone XIV - si rivolge specificamente a un uomo che è paralizzato da trentotto anni. Ormai è rassegnato. In effetti, quello che ci paralizza, molte volte, è proprio la delusione. Ci sentiamo scoraggiati e rischiamo di cadere nell’accidia".
"Gesù rivolge a questo paralitico una domanda che può sembrare superflua: vuoi guarire?. È invece - ha detto ancora il Pontefice - una domanda necessaria, perché, quando si è bloccati da tanti anni, può venir meno anche la volontà di guarire. A volte preferiamo rimanere nella condizione di malati, costringendo gli altri a prendersi cura di noi. È talvolta anche un pretesto per non decidere cosa fare della nostra vita. Gesù rimanda invece quest’uomo al suo desiderio più vero e profondo".
Il paralitico replica dicendo che nessuno che lo aiuti. "Questo atteggiamento - ha proseguito Papa Leone - diventa il pretesto per evitare di assumersi le proprie responsabilità. Il paralitico aggiunge poi che quando prova a immergersi nella piscina c’è sempre qualcuno che arriva prima di lui. Quest’uomo sta esprimendo una visione fatalistica della vita. Pensiamo che le cose ci capitano perché non siamo fortunati, perché il destino ci è avverso. Quest’uomo è scoraggiato. Si sente sconfitto nella lotta della vita. Gesù invece lo aiuta a scoprire che la sua vita è anche nelle sue mani. Lo invita ad alzarsi, a risollevarsi dalla sua situazione cronica, e a prendere la sua barella".



