Città del Vaticano , domenica, 22. giugno, 2025 17:38 (ACI Stampa).
Una piazza gremita di folla, mentre il caldo di Roma diventa torrido e afoso. E' la Solennità del Corpus Domini. Papa Leone XIV presiede alla celebrazione che si tiene sul sagrato della basilica di San Giovanni in Laterano. Un palco impreziosito di fiori, rose e margherite, ortensie: sono di color giallo e bianco, i colori della Santa Sede.
Nella sua omelia, il pontefice esordisce con un “E' bello stare con Gesù”. E poi passa al Vengelo che narra, oggi, di Gesù "che parlava del Regno di Dio e guariva i malati. La compassione di Gesù per i sofferenti manifesta l'amorevole vicinanza di Dio, che viene nel mondo per salvarci. Quando Dio regna, l'uomo è liberato da ogni male" , continua il pontefice. Allo stesso tempo, comunque, “anche per quanti ricevono da Gesù la buona novella, viene l'ora della prova”. Avviene così che "in quel luogo deserto, dove le folle hanno ascoltato il Maestro, scende la sera e non c'è niente da mangiare. La fame del popolo e il tramonto del sole sono segni di un limite che incombe sul mondo, su ogni creatura: il giorno finisce, così come la vita degli uomini. È in quest'ora, nel tempo dell'indigenza e delle ombre, che Gesù resta in mezzo a noi". C'è, dunque, comunque speranza perché “proprio quando il sole declina e la fama cresce, mentre gli apostoli stessi chiedono di congedare la gente, Cristo ci sorprende con la sua misericordia”.
Papa Leone XIV, poi, si sofferma sul bisogno di Dio. La chiama “fame”: una “fame” che “riguarda la nostra relazione con Dio”. E ritorna, così, al Vangelo: "Cinque pani e due pesci, tuttavia, non sembrano proprio sufficienti a sfamare il popolo: all'apparenza ragionevole, i calcoli dei discepoli palesano invece la loro poca fede. Perché, in realtà, con Gesù c'è tutto quello che serve per dare forza e senso alla nostra vita. All'appello della fama, infatti, Egli risponde con il segno della condivisione: alza gli occhi, recita la benedizione, spezza il pane e dà da mangiare a tutti i presenti".