Città del Vaticano , lunedì, 30. giugno, 2025 10:00 (ACI Stampa).
Il Dicastero per lo Sviluppo Umano Integrale anche quest’anno ha diffuso per la Domenica del mare del 13 luglio un Messaggio con la firma del Cardinale Czerny, Prefetto del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale.
Nel Messaggio viene ricordato subito il senso di questa “festa”. “Cari fratelli e sorelle, una volta all’anno le comunità cattoliche di tutto il mondo ricordano la gente del mare nelle loro assemblee liturgiche domenicali. La seconda settimana di luglio, infatti, si apre con la Domenica del Mare, dedicata a una riflessione che porta nel cuore della Chiesa il lavoro, spesso invisibile, di migliaia di marittimi, persone che trascorrono molta parte della loro vita lontano dalle proprie famiglie e comunità, offrendo però un servizio immenso all’economia e allo sviluppo dei popoli”.
“Desideriamo che tutti coloro che lavorano in mare sappiano di essere nel cuore della Chiesa: essi non sono soli nelle loro istanze di giustizia, di dignità e di gioia. Uno sviluppo umano integrale, infatti, include tutti gli esseri umani e ogni loro dimensione fisica, spirituale e comunitario”, scrive il Prefetto nel Messaggio.
La Domenica del Mare si inserisce nel contesto dell’anno giubilare. “In questo anno giubilare, carissimi, la novità che i cristiani annunciano deve ancora più radicalmente interrogare l’ordine esistente, perché il Regno di Dio ci chiama a conversione: rompere le catene, rimettere i debiti, redistribuire le risorse, incontrarsi nella pace sono gesti umani coraggiosi, ma possibili. Essi riaccendono la speranza”, riporta il Cardinale Czerny.
“Così, la Chiesa tutta è chiamata anche a interrogarsi su come oggi si lavora nei porti e sulle navi, con quali diritti, in quali condizioni di sicurezza, con quale assistenza materiale e spirituale. In una creazione ferita e in un mondo in cui conflitti e diseguaglianze aumentano, amare il Dio della vita impegna con la vita. Vogliamo riconoscere i marittimi – come ci chiama tutti il motto del Giubileo 2025 – “pellegrini di speranza”. Che lo siano o meno consapevolmente, infatti, essi incarnano il desiderio di ogni essere umano, di qualunque popolo o fede religiosa, di vivere una vita degna, attraverso il lavoro, lo scambio, gli incontri. Essi non stanno fermi: hanno avuto la necessità e l’audacia di partire, come tanti uomini e donne di cui narra la Sacra Scrittura. Gente che viaggia, dentro il viaggio della vita. “Speranza” è la parola che deve sempre ricordarci la meta: noi non siamo vagabondi senza destino, ma figlie e figli la cui dignità nessuno e niente può mai cancellare. Siamo di conseguenza fratelli e sorelle”, questo il senso del Messaggio.




