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Paolo VI ai romani, la prima visita di un Papa al Campidoglio dopo Porta Pia

Il grazie per la collaborazione nel tempo del Concilio Vaticano II

Paolo VI al Campidoglio |  | Comune di Roma Paolo VI al Campidoglio | | Comune di Roma

Il 16 aprile 1966 è una data speciale per la storia di Roma. Dopo il 1870 e la presa di Roma da parte dei soldati del Regno d' Italia,  il primo Papa torna in Campidoglio. É Paolo VI. La prima visita di un Papa al Sindaco di Roma L’ultima visita fu di Pio IX pochi giorni della presa di Roma nel settembre 1870.

L'attesa è grande. E il discorso del Papa non delude le aspattative: "Qui è Roma. La vostra, la Nostra. Roma dei secoli. Roma della civiltà latina e cristiana. Qui la sua culla, qui la sua reggia. Qui Roma si fa idea, qui simbolo, qui maestà, qui mistero. (…) Il Papa in Campidoglio. Questo è un ritorno; Noi non siamo forestieri qui dentro; quante memorie, quanti monumenti lo dicono! Ma quale ritorno?".

Paolo VI ricorda la visita di Pio IX della "secolare, legittima e, per molti versi, provvida istituzione di tempi passati; ma oggi non abbiamo per essa alcun rimpianto, nè alcuna nostalgia, nè tanto meno alcuna segreta velleità rivendicatrice". Ma il Papa si dice fiero e onorato "di far Nostra la professione di San Paolo, come quella d'un'eccellente umana dignità: civis Romanus, cittadino romano: teniamo anche Noi a proclamarci tali". 

Dunque ringraziamento e incoraggiamento per Roma.

Grazie per il sostegno durante il Concilio: "siamo lieti e lusingati dell'onore che per il felice svolgimento di così grande e singolare avvenimento si proietta sulla Città e segna una pagina nobile e indimenticabile della sua storia".

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Una collaborazione che mostra "che Roma non è immemore della sua vocazione cattolica, non è insensibile alla vicenda spirituale che si svolge nei suoi confini; non è restia alla sua missione universale, mentre dalla irradiazione della fede cristiana sente l'originale sua storia continuata e sublimata, la sua civiltà collaudata e diffusa, il suo nome celebrato e benedetto per tutta la terra". Una cambiamento sostanziale si è compiuto in 60 anni purtroppo.

Il Papa ricorda il suo ruolo di vescovo, ruolo "d'un Pastore, cioè d'un sacerdote, d'un maestro, d'un difensore, d'una guida, d'un amico, d'un servitore. Ella ha detto molto bene, Signor Sindaco: il rapporto fra il Vescovo e la Città è un rapporto vitale; e per il fatto ch'esso intercorre fra due piani diversi e distinti, non è meno operante, meno solidale, meno provvido, meno cordiale; sì bene, da parte Nostra, più forte nei suoi sentimenti, più libero nelle sue manifestazioni, più puro nei suoi intenti, più sollecito nei suoi servizi".  Il Papa ringrazia il Sindaco e aggiunge. "Vorremmo in cotesto amore infondere altro amore, quello che deriva dal Vangelo, e si chiama carità; e non è solo legge, ma virtù; e virtù non solo morale, ma spirituale. Roma merita tanta passione; merita dal Signore il dono di grazia, che renda esemplare ed efficace il suo servizio, altamente civile e modernamente cristiano il suo volto.  A quest'ultimo proposito il Nostro ringraziamento ed il Nostro incoraggiamento s'intrecciano e si fondono per dirvi la riconoscenza e la compiacenza, con cui accogliamo l'assegnazione del terreno necessario per gli edifici e le opere parrocchiali del costruendo quartiere di Spinaceto: né dono migliore, né cortesia più cara poteva assicurare alla Nostra memoria la data odierna; ne traiamo auspicio d'essere gentilmente compresi per analoghi bisogni degli altri nuovi rioni della Città, e ne facciamo argomento d'impetrazione al Signore perché l'abbia sempre a proteggere, come maestra di cristiana civiltà nel mondo, degna e consapevole sede delle tombe dei Martiri e del centro della Chiesa cattolica". 

E infine il dono della bandiera quella "medioevale di Roma, quella che Cola di Rienzo, il sognatore della "renovatio Urbis", agitò in tempi tristissimi della Città, recante l'immagine di San Giorgio cavaliere, quasi a risvegliare nei Romani la sopita coscienza delle loro antiche glorie e l'audace speranza di altre future; non rimangono di questo cimelio che alcuni lembi corrosi e curiosi; ma sapendo da voi desiderato questo storico trofeo di fede civica e religiosa, volentieri a voi lo rendiamo, in auspicio delle migliori, perenni fortune della vostra e Nostra Città".

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