Città del Vaticano , venerdì, 18. luglio, 2025 10:00 (ACI Stampa).
Era il 1949 e monsignor Montini, allora Sostituto alla Segreteria di Stato Vaticana. Fece nascere il Circolo di Roma. L'idea era creare occasioni di incontro e di fatti quella fu una straordinaria tribuna e una sede privilegiata di rapporti internazionali. Esso seppe offrire un’opportunità di reciproca conoscenza e collaborazione a livello culturale e diplomatico, promuovendo tra l’altro studi sui problemi internazionali.
Ne fu presidente per anni Vittorino Veronese, amico personale di Montini. Nel novembre del 1963 Paolo VI nominò Veronese uditore laico del Concilio Vaticano II.
Nella udienza al Circolo di Roma del 1972, il 10 giugno, Paolo VI mise a punto una serie di indicazioni per il Circolo, che aveva adesso la sua Sede a Santa Maria in Cosmedin.
Il Papa spiega cosa è di fatto il Circolo di Roma: "non è propriamente un’associazione, sebbene tale la direbbe il fatto che è composta di Soci, cioè di persone regolarmente aggregate e selezionate, ma non tanto per costituire un gruppo compatto e omogeneo, un collegium, ma si chiama Circolo perché concede titolo selettivo ad accedere a questa sede e a partecipare alla sua attività, la quale principalmente consiste appunto nell’offrire ai Soci un luogo dignitoso d’incontro fra loro e di accogliervi specialmente ospiti singolari e occasionali, a cui Roma è ancora inesplorata meta d’arrivo, o stazione di breve passaggio, e di cui sarebbe difficile fare la conoscenza ed ascoltare la voce, se questo Circolo non esistesse. Modesto programma d’attività, come si sa, ma scopo magnifico per qualità, per le persone che qua convengono, per le cose che qui si dicono, per i sentimenti che qui si respirano e si esprimono: centro ristretto per incontri preziosi e per alti pensieri.
Questo Circolo così realizza, nell’ambito suo, una formula della quale Roma è fiera e vuol essere fedele custode: Roma patria communis. Vuole cioè questo Circolo dimostrare, forse più simbolicamente che effettivamente, che a Roma nessuno è straniero; tutti possono essere cittadini, amici, fratelli. Roma è di tutti; quella dello spirito. Tutti hanno titolo - e il Circolo vorrebbe darne una prova - per sentirsi in Roma a casa propria, purché la loro presenza sappia scoprire, intuire almeno, che cosa è Roma dello Spirito. Senza nulla togliere alla visuale storica, artistica, politica, questo Circolo guarda di preferenza alla visuale religiosa, a quella cattolica specialmente".




