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Paolo VI ai romani, l'incontro con i giovani nell' Anno Santo del 1975

In Piazza San Pietro nella Domenica delle Palme chiede di superare le ambiguità

Paolo VI in Piazza San Pietro |  | Vatican Media Paolo VI in Piazza San Pietro | | Vatican Media

Ogni anno Paolo VI nella Domenica delle Palme dedica il Rito ai giovani. Il 1975 è l' Anno Santo. La Riforma liturgica ha preso il via e la celebrazione si fa in Piazza San Pietro. Un evento epocale.

Il Papa ha già avuto tanti incontri e molti con i Movimenti come i Focolari o con realtà che coinvolgono i giovani. Ai presenti il 23 marzo del 1975 in Piazza San Pietro Paolo VI spiega i perché del suoi invito: "il nostro invito a questa caratteristica cerimonia, nel cuore dell'Anno Santo, si risolve in una domanda decisiva: volete anche voi, Giovani di questo critico momento storico e spirituale, come quelli del giorno delle Palme a Gerusalemme, riconoscere Gesù come il Messia, come il Cristo Signore, centro e cardine della vostra vita? Lo volete davvero porre al vertice della vostra fede e della vostra gioia?

Si tratta di uscire da quello stato di dubbio, d'incertezza, di ambiguità, in cui si trova e si agita spesso tanta parte della gioventù contemporanea. Si tratta di superare la fase di crisi spirituale, caratteristica dell'adolescenza che passa alla giovinezza, e poi dalla giovinezza alla maturità; crisi di idee, crisi di fede, crisi di orientamento morale, crisi di sicurezza circa il significato e il valore della vita. Quanti giovani crescono con gli occhi chiusi, o miopi almeno, circa la direzione spirituale e sociale del loro cammino verso il futuro; la freschezza delle forze giovanili e gli stimoli degli istinti vitali imprimono, sì, una energia al loro libero movimento, una vivacità ai loro comportamenti; ma sanno essi dove vanno, dove valga la pena di impegnare la propria esistenza? L'inquietudine giovanile non supplisce spesso la mancanza di uno stile elegante ed energico d'una vita illuminata da coscienti e superiori ideali? E non scopriamo noi spesso in fondo all'anima giovanile oggi una strana tristezza, che accusa un suo vuoto interiore? E che cosa significa l'incantesimo di qualche barlume spirituale in tanti giovani insoddisfatti e quasi delusi di tutto quanto il mondo moderno loro apre davanti? Un richiamo alla coscienza interiore, alla preghiera, alla fede?"

Il Sessantotto è passato e ha lascito dietro di sé più devastazione che speranza. Ha convinto l'umanità che Dio era morto o almeno inutile. La crisi degli anni '70 è sociale, economica, ma soprattutto valoriale. Il Papa che tre anni dopo personalmente sconvolto dal terrorismo italiano con il rapimento e l'uccisione di Aldo Moro, indica la strada unica per uscire dalla crisi.

"Non prolunghiamo ora questa diagnosi,- dice ai giovani-  e accogliamo la conclusione che quest'ora benedetta ci suggerisce. La conclusione è Cristo delle Palme. Un Cristo riscoperto. Un Cristo acclamato. Un Cristo umilmente e fermamente creduto, non nella perpetua e pigra penombra del dubbio, ma nella limpida luce della dottrina, che la Chiesa maestra di verità ci propone. Un Cristo incontrato nell'adesione esultante alla sua parola e alla sua misteriosa presenza ecclesiale e sacramentale. Un Cristo vissuto nella fedeltà semplice e lineare al suo vangelo, sì esigente fino al sacrificio, ma solo fonte di inesausta speranza e di vera beatitudine. Un Cristo, velato e trasparente in ogni volto umano del collega, del fratello bisognoso di giustizia, di aiuto, di amicizia e di amore. Un Cristo vivo. Il «sì» della nostra scelta; il «sì» della nostra esistenza. Giovani, sappiate così comprendere l'ora vostra. Il mondo contemporaneo vi apre nuovi sentieri, e vi chiama portatori di fede e di gioia. Portatori delle palme, che oggi avete nelle mani, simbolo d'una primavera nuova, di grazia, di bellezza, di poesia, di bontà e di pace. Non indarno, non indarno: è Cristo per voi; è Cristo con voi! Oggi e domani; Cristo per sempre".

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L'Anno Santo del 1975 si celebra a dieci anni dalla conclusione del Concilio Vaticano II. Si era aperto con tante speranze, si era chiuso con molte delusioni.

Nel 1975 Paolo VI aveva beatificato Giuseppe Moscati, aveva sposato 13 giovani coppie, aveva baciato i piedi del Metropolita Melitone capo delegazione di Costantinopoli, aveva ridato slancio alla spiritualità che si affievoliva.  Ma sempre con uno sguardo speciale per i giovani.

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