A conclusione delle attività annuali abbiamo chiesto alla dottoressa Barbara Giannetti, coordinatrice dell’area di ‘Responsabilità Sociale’ nel Centro di Formazione Integrale dell'Università Europea, di spiegarci per quale motivo l’Università ha promosso un corso sulla Responsabilità Sociale:
“L’ideale educativo dell’Università Europea di Roma è la formazione integrale della persona. In quest'ottica si inserisce il programma di ‘Responsabilità Sociale’, con lo scopo specifico di offrire una dimensione sociale al processo educativo degli studenti. E’ importante che lo studente esca dal contesto universitario per entrare in contatto con i bisogni concreti e reali della società civile e che impari a relazionarsi agli altri con sensibilità e rispetto per una formazione non solo tecnico-scientifica ma anche umana”.
Quanto è importante per uno studente che l'università sviluppi la sensibilizzazione alla solidarietà?
“E’ cruciale che l’università coltivi questa sensibilità, permettendo agli studenti di confrontarsi con i bisogni reali della società civile. Questo non solo arricchisce la loro crescita personale e sviluppa competenze trasversali, ma li prepara anche a diventare cittadini consapevoli e professionisti che agiscono per il bene comune, conferendo un significato più profondo al loro percorso di studi e alla loro futura professione.
Mentre al responsabile dell’Area Divulgazione nel Centro di Formazione Integrale dell’Università Europea Carlo Climati, abbiamo chiesto di spiegarci cosa è il laboratorio di comunicazione sociale ‘Non sei un nemico’: “Il laboratorio di comunicazione ‘Non sei un nemico’ è un’attività di Responsabilità Sociale dell’Università Europea, che si ispira ad una cultura di dialogo, di incontro e di ascolto.
‘Non sei un nemico’ è il motto, l’idea di base del Laboratorio, che incoraggia a vedere gli altri con uno sguardo nuovo. Cerchiamo di creare linguaggi che possano rappresentare un ponte verso tutti, contribuendo all’accoglienza e all'abbattimento di muri ed ostacoli”.
E’ possibile sviluppare una cultura dell’incontro?
“Certamente. Il laboratorio ‘Non sei un nemico!’, attraverso testimonianze concrete, ha cercato di mostrare ai giovani che esiste un mondo bellissimo, silenzioso, fatto di costruttori di pace e di dialogo, che sembra quasi non fare notizia. Abbiamo bisogno di illuminare percorsi comunicativi nuovi, che possano evidenziare la bellezza dell’amicizia e generare solidarietà e fiducia negli altri”.
Per concludere il dottor Carlo Climati ha raccontato alcune ‘reazioni’ degli studenti, che hanno partecipato al corso: “Lasciamo che siano gli stessi giovani a dirlo! Per rispondere a questa domanda, vorrei citare alcune parti degli articoli scritti dagli studenti durante l’attività del Laboratorio di comunicazione.
Raccontando la sua esperienza, la studentessa Giulia ha spiegato che ‘il giornalismo responsabile non è mai superficiale. Ci insegna a guardare oltre l’apparenza, ad accettare la complessità, a raccontare anche le sfumature. E’ capace di luce e di ombra, di gioia e di malinconia... Nel corso ho imparato che la scrittura può essere un gesto d’amore verso la realtà. Un modo per prendersi cura del mondo. Un atto di responsabilità”.
Un’altra studentessa, Martina, ha descritto il laboratorio come “uno spazio dove non ci si sentiva solo studenti, ma persone. Dove la comunicazione non era solo tecnica, ma anche relazione, empatia, costruzione di senso... In un tempo dove tutti sembrano correre verso qualcosa io sento il bisogno di tornare all’essenziale: alla verità dei rapporti, alla qualità del tempo condiviso, al coraggio di mostrare anche la propria fragilità’.
Una studentessa, Alexia, ha descritto la sua esperienza in aiuto delle persone senza fissa dimora: ‘Tornando a casa, ci siamo portati dietro molto più di quanto avessimo lasciato. Quell’incontro ci ha cambiati. Ha incrinato quella barriera invisibile che ci separa dal dolore degli altri. E forse è proprio in questo piccolo spostamento dello sguardo che inizia la possibilità di un cambiamento più grande: nella città, nelle relazioni, in noi stessi’.
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Infine Martina ha raccontato la giornata solidale ‘Angeli per un giorno’, trascorsa con i bambini delle case famiglia romane: ‘L’esperienza mi ha insegnato che il volontariato non è solo un’azione generosa. E’ uno specchio. Ti mette davanti agli occhi la realtà degli altri, ma anche la tua. Ti costringe a rivedere le priorità, a rimettere a fuoco cosa conta davvero. Ti educa al rispetto, alla gratitudine, alla presenza’. Queste e molte altre riflessioni sono emerse da questa attività ”.