Roma , martedì, 19. agosto, 2025 12:30 (ACI Stampa).
“Ancora una volta assistiamo al lancio di nuove ‘rivelazioni’ sulla Sindone e i suoi misteri. Oggi si tratta dell’ipotesi che il Telo sindonico sia stato steso non sul cadavere di un uomo ma su un ‘modello’ artefatto, che riprodurrebbe le caratteristiche dell’immagine”; così iniziava, qualche settimana fa, il comunicato stampa dell’arcivescovo di Torino e vescovo di Susa, cardinal Roberto Repole riguardo il caso della Sindone secondo l’articolo ‘Image formation on the Holy Shroud – A digital 3D approach’ di Cicero Moraes, Agosto 2025.
Secondo l’arcivescovo torinese non esiste motivo di “entrare nel merito delle ipotesi formulate liberamente da scienziati più o meno accreditati… Se non ci si può stupire più di tanto del clamore che certe ‘notizie’, vere o verosimili, nuove o datate, possono suscitare in un circuito mediatico che ormai è globale e istantaneo, rimane la preoccupazione per la superficialità di certe conclusioni, che spesso non reggono a un esame più attento del lavoro presentato. E rimane da ribadire l’invito a non perdere mai di vista la necessaria attenzione critica a quanto viene così facilmente pubblicato”.
L’autore dell’articolo, infatti, ha realizzato modelli 3D di un corpo umano e di un bassorilievo, utilizzando software open source e simulazioni fisiche per analizzare i punti di contatto di un telo con le superfici. Per comprendere meglio la questione riguardante l’autenticità della Sindone, abbiamo contattato il sindologo Fabio Quadrini, specializzato negli studi sindonici presso l’Ateneo Pontificio ‘Regina Apostolorum’di Roma: “E’ lui stesso ad ammettere che il suo lavoro è parziale: ‘Lo studio non affronta aspetti fisici o chimici legati alla formazione dell’immagine, come la presenza di pigmenti, analisi microscopiche o proprietà dei materiali del tessuto, né indaga la dinamica dei fluidi corporei, come il flusso sanguigno’. Invece, dinanzi alla Sindone, occorre essere liberi, e respirare a pieni polmoni tutto quello che la stessa Sindone dice attraverso l’ampia multidisciplinarietà degli studi ad Essa applicati”.
Partiamo da questo articolo di Cicero Moraes: cosa non convince dello studio?
Innanzitutto riferiamo come in questo articolo Cicero Moraes riferisca come la Sindone abbia contenuto un bassorilievo e non un corpo, non un cadavere. Ma ciò è stato smentito dalla scienza da tempo. Le analisi scientifiche del progetto di studi denominato ‘Sturp’ (tra 1978 e 1981) sono giunte propriamente a questa conclusione e cito: ‘[…] l’immagine della Sindone è quella di una vera forma umana di un uomo flagellato e crocifisso. (L’immagine della Sindone) Non è il prodotto di un artista. […]’. Circa lo studio di Cicero Moraes, inoltre, non convince la parzialità del suo lavoro e la semplificazione della creazione del suo materiale visivo. E’ lo stesso Cicero Moraes, invero, ad ammettere la vistosa parzialità del suo lavoro (realizzato utilizzando software open source e gratuito, disponibile per il download). Egli, infatti, riferisce come il suo studio non affronti aspetti fisici o chimici legati alla formazione dell'immagine, come la presenza di pigmenti, analisi microscopiche o proprietà dei materiali del tessuto, né indaghi la dinamica dei fluidi corporei, come il flusso sanguigno. Inoltre, Cicero Moraes, nel suo lavoro, non ricostruisce la corretta posizione delle mani e dei piedi, né tiene conto del rigor mortis, dell’Uomo della Sindone, ma per Moraes il soggetto è tutto disteso, senza neanche dedicarsi alla parte dorsale del medesimo Uomo della Sindone. Questo approccio, dice Moraes, semplifica la creazione di materiale visivo.





