New York City, New York , venerdì, 5. settembre, 2025 10:00 (ACI Stampa).
La dichiarazione per la Fraternità Umana sarebbe venuta solo quattro anni dopo, l’enciclica Fratelli Tutti addirittura cinque anni dopo, ma era già chiara questa particolare direttiva nel pontificato di Papa Francesco quando, nel 2015, andò alle Nazioni Unite per celebrare i 70 anni dell’organizzazione.
Papa Francesco arriva alle Nazioni Unite il 24 settembre 2015, e porta con sé l’appello alla fraternità. Nel suo discorso, riconosce che le Nazioni Unite hanno un ruolo chiave nel contesto globale, anzi sottolinea che “se fosse mancata tutta questa attività internazionale, l’umanità avrebbe potuto non sopravvivere all’uso incontrollato delle sue stesse potenzialità”. Ma, aggiunge Francesco, “ciascuno di questi progressi politici, giuridici e tecnici rappresenta un percorso di concretizzazione dell’ideale della fraternità umana”.
Papa Francesco mette in luce i pericoli della negazione della fraternità, perché – dice il Papa – “oggi il panorama mondiale ci presenta molti falsi diritti, e, nello stesso tempo, ampi settori senza protezione, vittime piuttosto di un cattivo esercizio del potere”. E porta la voce degli scartati e dei più poveri, denuncia la “cultura dello scarto”, ribadisce che “la giustizia è requisito indispensabile per realizzare l’ideale della fraternità universale”, che ha bisogno di “un grado superiore di saggezza”, perché “le esclusioni si originano dove gli individualismi impediscono di riconoscere l’esistenza di un’istanza superiore”.
Era un messaggio in continuità con quello dei pontefici precedenti. Istituzione tipicamente “romana”, la Santa Sede guardava comunque all’arena internazionale come “esperta in umanità”, e rilanciava la sfida del dialogo come “anima della comunità internazionale”.




