Città del Vaticano , lunedì, 15. settembre, 2025 17:55 (ACI Stampa).
Le lacrime, espressione della nostra tristezza e bisogno di un mondo nuovo, "linguaggio che parla della nostra umanità debole e messa alla prova, ma chiamata alla gioia". E la domanda sul senso del dolore, e "il passaggio dalle domande alla fede è quello a cui ci educa la Sacra Scrittura". E poi la certezza che il dolore non deve generare violenza e che solo Dio "asciugherà ogni lacrima e aprirà il libro della storia consentendoci di leggere le pagine che oggi non possiamo giustificare né comprendere" e "si può trasformare tutto il dolore in Grazia di Dio".
É questo il senso della riflessione di Papa Leone XIV che ha presieduto la veglia di preghiera in occasione del Giubileo della Consolazione oggi pomeriggio nella Basilica Vaticana.
"Dove c’è il male- dice il Papa- là dobbiamo ricercare il conforto e la consolazione che lo vincono e non gli danno tregua. Nella Chiesa significa: mai da soli. Poggiare il capo su una spalla che ti consola, che piange con te e ti dà forza, è una medicina di cui nessuno può privarsi perché è il segno dell’amore. Dove profondo è il dolore, ancora più forte dev’essere la speranza che nasce dalla comunione. E questa speranza non delude".
Una liturgia della Parola e alcune testimonianze dopo una giornata di preghiera e penitenza.
Uno speciale evento giubilare dell’Anno Santo dedicato a tutti coloro che stanno vivendo, o hanno vissuto, nella vita momenti di particolare difficoltà, lutto, sofferenza o indigenza. Presenti circa 8500 persone provenienti da ogni parte del mondo e, soprattutto, da Italia, Germania, Polonia, Spagna, Stati Uniti, Canada, Brasile, Messico, Colombia, Argentina, Perù, Bolivia, Australia.





