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Note storiche, la Vela di San Matteo ad Assisi, sbriciolata dal terremoto e ora di nuovo visibile

Un restauro speciale e una proiezione.

La vela di San Matteo di Cimabue |  | Wikipedia La vela di San Matteo di Cimabue | | Wikipedia

Il 4 ottobre ad Assisi verrà inaugurata la proiezione, a grandezza naturale della vela di San Matteo sulla superficie corrispondente della volta della basilica.

Un evento che permette di rivedere in loco la Vela di San Matteo, una delle quattro dedicate agli evangelisti. Dal 26 settembre 1997 non lo era più dopo la scossa di terremoto che alle 11.42, colpì non solo Assisi e il crollo dove morirono padre Angelo Api, il postulante Zdzislaw Borowiec e i tecnici della Soprintendenza Bruno Brunacci e Claudio Bugiantella.

Sarà possibile mostrare quanto vi era raffigurato, considerato che non fu possibile ripristinare l’immagine con i frammenti originali. Se per altri spazi della vela, il cosiddetto “cantiere dell’utopia“ consentì il recupero e il posizionamento dei frammenti, per la vela di San Matteo l’operazione di fatto fu impossibile viste le condizioni e le dimensioni in cui furono recuperati i 120.000 frammenti. Ora la tecnologia - l’intervento è stato reso possibile grazie al ministero della cultura - consentirà di mostrare come era prima del sisma.

Quindi si tratta diuna sfida disperata come ha detto chi se ne è occupato. E non solo della Vela, ma anche dell' affresco del Cimabue. Per il restauro della vela di San Matteo sono stati assemblati ben 25 mila frammenti. E nonostante le lacune si è proceduto al riposizionamento adottando la chiave di lettura di "percezione" come per gli affreschi mediovali biblici. Così i frammenti mancanti sono stati tamponati con un colore caldo che rende omogeneo ed armonico il restauro. Si tratta della stessa tecnica sperimentata per gli affreschi del Mantegna della cappella olivetana di Padova, lesionati da un bombardamento.

Per selezionare i frammenti sono stati impiegati 2 anni. La metodologia per ricollocare l'affresco è stato quella di usare 19 panelli di alluminio e fibra di carbonio. I pezzetti sono stati incollati ad una rete, poi spalmata con intonaco neutro (grigio-rosa). Hanno preso parte al restauro, 10 restauratori specializzati e alcuni studenti dell’istituto centrale di Restauro.

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