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“Don Luigi di Liegro: la carità è promozione della persona”. Ora riposa in Basilica Santi Apostoli

Il 12 ottobre 1997 saranno 28 anni senza Don Luigi di Liegro, fondatore Caritas di Roma

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Don Luigi di Liegro riposa ai Santi Apostoli |  | ufficio stampa
Don Luigi di Liegro riposa ai Santi Apostoli | ufficio stampa

Il 12 ottobre 1997 saranno 28 anni senza Don Luigi di Liegro, primo direttore e fondatore della Caritas di Roma, "il prete degli ultimi". In questi giorni è avvenuto anche un evento particolare: la traslazione del corpo di don Luigi Di Liegro dal cimitero Verano di Roma alla basilica dei Santi XII Apostoli. Una cerimonia intima e sentita che ha voluto sottolineare, 28 anni dopo, la vita e l’impegno pastorale di Don Luigi. Il rito dell’accoglienza del feretro nella basilica del centro storico è stato guidato dal cardinale vicario Baldo Reina. Erano presenti, tra gli altri, il vescovo Renato Tarantelli Baccari, vicegerente della diocese, alcuni familiari e amici della Fondazione Don Luigi Di Liegro. Proprio a  Luigina Di Liegro, nipote di Don Luigi e Segretaria della Fondazione Don Luigi di Liegro, abbiamo chiesto di raccontarci come la Fondazione continua il lavoro del primo direttore della Caritas di Roma.

Il 12 ottobre ricorre lanniversario della scomparsa di don Luigi Di Liegro. In che modo intendete ricordarlo questanno?

Don Luigi diceva: “La pace non è una verità promessa, è una verità in costruzione che richiede la nostra speranza e il nostro coraggio”. Con questo spirito vogliamo vivere la celebrazione e l’anniversario di quest’anno. La Santa Messa si terrà sabato 11 ottobre alle ore 18 nella Basilica dei Santi Apostoli a Roma e sarà presieduta da Sua Eminenza il Cardinale Baldo Reina, Vicario Generale di Sua Santità per la Diocesi di Roma. Sarà un momento di preghiera ma anche l’occasione per ritrovarci con amici, volontari, persone che hanno conosciuto don Luigi e quanti oggi continuano a camminare seguendo le sue orme, a chi è stato toccato da lui e a chi si ispira alla sua testimonianza di carità. In questo periodo così difficile e tormentato in cui la parola guerra, purtroppo, è all’ordine del giorno, la Fondazione vuole rilanciare con forza e convinzione il suo messaggio di pace e giustizia sociale.  Inoltre, giovedì 9 ottobre alle 17.30, presso la sede della Società Dante Alighieri, proporremo un incontro sulla questione sociale, a partire dalla Rerum Novarum di Leone XIII fino ad arrivare ai nostri giorni, di cui don Luigi è stato un esempio vivido, incarnandone i principi nella sua vita e nel suo servizio. Il nuovo Papa, scegliendo di chiamarsi Leone XIV, ha esplicitato fin dal suo primo messaggio il richiamo a quella enciclica fondamentale della Dottrina sociale della Chiesa e ci ha invitato a domandarci quali siano oggi le questioni che devono interrogarci. Lui stesso ha menzionato, tra le sfide, il tema dell’impatto dell’intelligenza artificiale. Per questo abbiamo organizzato un confronto aperto a tutti con tre esperti - Massimo Borghesi, Oliviero Diliberto e Rocco D’Ambrosio - per attualizzare il messaggio di don Luigi: leggere i segni dei tempi e rispondere ai bisogni concreti delle persone più fragili. Questi due momenti - la celebrazione liturgica e l’incontro culturale - esprimono bene ciò che ci sta a cuore: far memoria non solo con le parole, ma anche con gesti di comunità, di riflessione e di servizio, in piena sintonia con la Chiesa di Roma e con il magistero sociale che don Luigi ha sempre incarnato”.

La Fondazione, da anni, si prende cura della salute mentale attraverso laboratori e attività. Quali iniziative avete previsto questanno per dare continuità al vostro instancabile impegno su questo tema?

“Il tema della salute mentale è il cuore del nostro lavoro quotidiano. Da oltre vent’anni la Fondazione Don Luigi Di Liegro è un punto di riferimento per chi vive situazioni di fragilità psicologica e per le loro famiglie. Oggi più che mai, dopo la pandemia e in un contesto sociale che vede crescere solitudine e disagio, sentiamo la responsabilità di offrire spazi di accoglienza, ascolto e partecipazione. Anche quest’anno abbiamo confermato e potenziato i nostri laboratori socio-riabilitativi – teatro, musica, narrazione creativa, fotografia, arti visive – che nel 2024 hanno coinvolto quasi mille persone provenienti dai Centri di Salute Mentale della ASL Roma 1, ASL Roma 2 e ASL Roma 3. Si tratta di luoghi protetti e stimolanti dove ciascuno può esprimere il proprio mondo interiore, sviluppare relazioni e riconoscere le proprie virtù. Accanto a questi percorsi continuiamo a promuovere attività di socializzazione e di movimento, come il fit-walking, per favorire l’autonomia personale o il social skill training. Stiamo inoltre potenziando lo Sportello di Orientamento e Supporto Sociale (SOSS), che riceve richieste da tutta Italia (con un 70% di provenienza dalla Capitale). Il SOSS accompagna le persone e le famiglie nell’accesso ai servizi, ascolta situazioni di disagio, episodi di bullismo, disturbi alimentari, depressione e difficoltà relazionali. Sempre più spesso ci arrivano richieste dai giovani tra i 20 e i 35 anni, che vivono situazioni di isolamento e fragilità; per questo stiamo intensificando anche gli interventi di prevenzione nelle scuole e i corsi di formazione per volontari e familiari. Il nostro obiettivo non è semplicemente offrire un servizio, ma costruire insieme reti di solidarietà. Siamo convinti, come ripeteva don Luigi, che la salute mentale non riguardi solo chi soffre, ma l’intera comunità. È una sfida collettiva, che chiede a tutti noi di fare la propria parte. Le collaborazioni con le ASL Roma 1, 2 e 3, con le scuole e con altre associazioni ci consentono di offrire percorsi riabilitativi integrati e personalizzati, perché ogni persona possa tornare a sentirsi parte attiva della società”.

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 Leredità di don Luigi Di Liegro: in che modo continua a vivere oggi nella Chiesa e nella città di Roma?

“L’eredità di don Luigi è viva e operante. Lo vediamo ogni giorno negli sguardi delle persone che incontriamo, nei nostri volontari - oltre 2.500 in questi anni - e nelle famiglie che trovano sostegno e orientamento. È viva nella Chiesa di Roma, che continua a ispirarsi al suo stile di servizio e prossimità, e nelle tante realtà civili e sociali con cui collaboriamo. Don Luigi ci ha insegnato che la carità è promozione della persona: significa aiutare ciascuno a scoprire e valorizzare i propri talenti, anche nei momenti più difficili. Per questo i nostri laboratori non sono solo attività terapeutiche, ma luoghi di rinascita e partecipazione, in cui le persone non sono utenti passivi ma protagonisti di un cammino condiviso. In questo modo portiamo avanti la sua visione di una Chiesa, come amava dire Papa Francesco, “in uscita”e che si fa compagna di strada dei più fragili e degli ultimi. Nella città di Roma, la Fondazione è oggi un punto di riferimento non solo per chi ha bisogno di aiuto, ma anche per chi desidera impegnarsi come volontario e per chi vuole riflettere sulle grandi questioni sociali del nostro tempo. L’incontro del 9 ottobre sulla Rerum Novarum, ad esempio, è un segno concreto di questa eredità: un luogo di confronto in cui fede e ragione, si interrogano insieme sulle sfide di oggi, come l’impatto dell’intelligenza artificiale, alla luce della Dottrina sociale della Chiesa. Così, a quasi trent’anni dalla sua scomparsa, Don Luigi continua a parlare attraverso i gesti di solidarietà, le reti di collaborazione e la capacità di guardare al futuro con speranza, proprio come ci esorta l’invito Giubilare. Il nostro compito, come Fondazione, è custodire e tradurre questa eredità in risposte concrete alle povertà e alle fragilità di oggi, dentro e fuori la Chiesa”.

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