Roma , venerdì, 3. ottobre, 2025 10:00 (ACI Stampa).
‘Francesco il cantastorie’ è una narrazione con Diego Mecenero, che cura anche la regia, accompagnato dal complesso di musica medioevale ‘Verba et soni’, composto da Stefano Savi e Roberto Gatta, e dall’attrice Corinna Barboni, offrendo uno sguardo inedito sul santo assisiate, raccontato da otto brevi scene teatrali e musica dal vivo.
Si tratta di un viaggio teatrale e musicale che restituisce al pubblico il ‘san Francesco che non ti aspetti’: poetico, ironico, radicale e profondamente umano. In scena otto quadri narrativi con musiche medievali eseguite dal vivo, per raccontare con intensità e originalità episodi poco noti della vita del Santo, legati anche al territorio marchigiano, la ‘Terra dei Fioretti’.
Il testo si basa fedelmente sulle Fonti Francescane, ma riesce ad attualizzare la figura del patrono d’Italia attraverso episodi di grande portata, ma poco conosciuti, ironici, intensi e umanissimi. Il pubblico scopre così un santo che si rifiuta di scrivere una Regola, che prima di morire compie un gesto insolito, che reagisce alle maldicenze in modo spiazzante, che si innamora di Madonna Povertà e la ‘sposa’, che va in Terra Santa per un preciso motivo che pochi ancora sanno. Lo spettacolo racconta anche il volto di santa Chiara, giovane coraggiosa ed appassionata, la bellezza delle cose che rallegravano Francesco, il suo sguardo poetico sul mondo e sul dolore, il suo linguaggio rivoluzionario fatto di gesti e simboli.
Lo spettacolo ha anche un forte legame con le Marche, in quanto questa regione è la ‘Terra dei Fioretti di san Francesco’, ovvero il territorio in cui sono ambientati molti degli episodi narrati nel libro francescano più letto al mondo, scritto da un frate marchigiano, Ugolino di Montegiorgio: la pecorella di Osimo, il fraticino di Sarnano, i bagolari di Sirolo, il contadino di Camporege, la fonte miracolosa di Staffolo, i miracoli di Apiro, la porta di Forano, i muratori di Pontelatrave, il cavaliere di San Ginesio, le ciaule di Roccabruna, il re dei versi di Lisciano, il mostro di Fratte Rosa.
Al termine di una di queste rappresentazioni dello spettacolo abbiamo chiesto a Diego Mecenero di raccontarci la nascita dello spettacolo: “Lo spettacolo nasce innanzitutto dalla mia grande passione per questo santo, che lo sento molto vicino, perché ho studiato teologia con i francescani con tesi sulla simpatia che i giovani hanno per san Francesco. Inoltre, quando dal Veneto sono arrivato nelle Marche, sapevo che questi luoghi erano stati importantissimi nella vita di san Francesco, ma mi pareva che nessuno li conoscesse. Quindi questa narrazione vuole esprimere qualcosa di profondo, ma che possa anche portare a conoscenza luoghi dove il Santo assisate è passato, perché siano valorizzati come in altre zone d’Italia. Nelle Marche abbiamo la ‘Terra dei Fioretti’ e non la conosciamo”.





