Pompei , venerdì, 17. ottobre, 2025 14:00 (ACI Stampa).
Bartolo Longo il prossimo 19 ottobre sarà elevato al rango dei santi. Una vera gioia per Pompei, la cittadina che accoglie il bellissimo Santuario dedicato proprio alla Madonna del Rosario. Bartolo Longo ne è il fondatore. La sua storia di conversione e di devozione per il rosario è famosa in tutto il mondo. Da “satanista” a santo, grazie a Papa Leone XIV che lo canonizzerà in Piazza San Pietro. I pellegrini da tutto il mondo affollano ogni giorno il Santuario della Beata Vergine del Rosario di Pompei, da lui voluto e costruito. Abbiamo chiesto all’Arcivescovo di Pompei, Monsignor Tommaso Caputo, di ricordarci la bellissima storia di Bartolo Longo e di raccontarci come Pompei e il suo santuario vivono questi giorni di emozione e trepidazione.
Bartolo Longo il 19 ottobre sarà santo. Può raccontarci brevemente le parti più salienti della sua storia? E il suo rapporto con Pompei?
È davvero difficile descrivere in pochi tratti una vita così intensa come quella di Bartolo Longo. Nacque a Latiano, in provincia di Brindisi, il 10 febbraio 1841, e nel 1863 giunse a Napoli per studiare giurisprudenza. Nella grande città, capitale del Mezzogiorno, si lasciò conquistare da idee opposte alla fede cattolica avvicinandosi allo spiritismo. Non fu un periodo lungo, ma Longo sentì in sé una profonda sofferenza per quell’allontanamento da Dio. Saranno poi alcune figure – il Professore Vincenzo Pepe, il Padre domenicano Alberto Radente, suo direttore spirituale, Santa Caterina Volpicelli, la Contessa Marianna Farnararo De Fusco, che in seguito diventerà sua moglie, a ricondurlo sulla strada del Vangelo. Nell’ottobre 1872, Longo giunse a Pompei proprio per curare le proprietà della Contessa e, camminando per quelle strade rese pericolose dalla presenza di briganti e dalla malaria, sentì un’ispirazione interiore: “Se cerchi salvezza, propaga il Rosario. È promessa di Maria. Chi propaga il Rosario è salvo!”. Quel giorno il giovane avvocato promise a sé stesso che non avrebbe mai lasciato quella Valle senza aver prima diffuso la preghiera del Rosario. Tutto prese il via quel giorno. Longo cominciò col catechizzare i contadini; ristrutturò, poi, la piccola chiesa parrocchiale del Santissimo Salvatore, e decise, su consiglio del Vescovo di Nola, Monsignor Giuseppe Formisano, di erigere una nuova chiesa, dedicata alla Madonna del Rosario.
Poi arrivò la Madonna del Rosario…
Si, il 13 novembre 1875, centocinquant’anni fa, arrivò a Pompei la prodigiosa immagine della Vergine del Rosario, che Longo ebbe da Suor Maria Concetta De Litala, religiosa del Convento napoletano del Rosariello a Porta Medina. Era una tela logora, malconcia. Giunse a Pompei su un umile carro di letame, ma a detta di colui che oggi riconosciamo come un “apostolo del Rosario” e che da subito fu sconfortato dallo stato di quell’Icona, diventava ogni giorno più bella. Longo, insieme alla consorte Marianna, fu anche il Fondatore delle Opere di carità – l’orfanotrofio femminile, gli istituti per i figli e le figlie dei carcerati – e della Nuova Città. Intorno al Santuario, la cui prima pietra fu posta l’8 maggio 1876 e che fu consacrato nel 1891, sorsero strade, piazze, servizi, una linea tramviaria, la stazione ferroviaria, la sede delle Poste, le case operaie. Longo fece tanto, ma si considerò sempre, evangelicamente, un “servo inutile”. Tutto, per lui, era opera della Madonna del Rosario e della sua potente intercessione. Alla radice di ogni realizzazione, a fondamento dell’opera pompeiana era sempre il Santo Rosario, sintesi mirabile del Vangelo, contemplazione del volto di Cristo Salvatore con gli occhi della Madre celeste. Longo morì il 5 ottobre 1926, ma ancora oggi, a Pompei, tutto ci ricorda il suo nome e i suoi insegnamenti. Continua a parlarci con il suo esempio, i suoi scritti, le sue parole.




