Roma , venerdì, 31. ottobre, 2025 16:00 (ACI Stampa).
Una delle domande che spesso si fanno gli storici delle Chiesa negli ultimi anni è dedicata a San Giovanni Paolo II: quanto il suo agire ha influenzato davvero la storia, quella laica per così dire?
Alcune risposte si trovano nel libro di Gianfranco Svidercoschi: Karol. Il papa che ha cambiato la storia.
A rileggere tra quelle righe, a venti anni dalla morte di Giovanni Paolo II e alla vigilia dell' anniversario della sua ordinazione sacerdotale, c'è anche lo storico della Chiesa Carlo Felice Casula che riparte dalla Novo millennio ineunte, del 6 gennaio 2001 dove Giovanni Paolo II scrive che “l'ingresso in un nuovo millennio ha certamente favorito, senza alcun cedimento a fantasie millenariste, la percezione del mistero di Cristo nel grande orizzonte della storia della salvezza”.
Nel suo libro Svidercoschi precisa che il 1989 “aveva avuto una lunga gestazione, cominciata dalla Conferenza di Helsinki” e lo stesso Gorbaciov a confessare: “Tutto ciò che è successo nell’Europa orientale non sarebbe stato possibile senza la presenza di questo Papa”.
Ma Casula trova altro nel libro per rileggere la Grande Storia. Come il Messaggio, ai capi di Stato firmatari dell’Atto finale di Helsinki, del 1° settembre 1980: “Se si riflette sui molteplici fattori che concorrono alla pace e alla giustizia nel mondo, si è colpiti dall’importanza sempre più grande rivestita, sotto questo aspetto, dall’aspirazione ovunque diffusa di vedere assicurata l’uguale dignità di tutti gli uomini e di tutte le donne nel modo di dividere i beni materiali e nel godimento effettivo dei beni spirituali, e degli inalienabili diritti corrispondenti.”





