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Papa Leone XIV: "La partecipazione ecclesiale ha una radice spirituale, non ideologica o politica"

Discorso del Papa all'International Youth Advisory Body del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita

Papa Leone XIV |  | Daniel Ibanez EWTN Papa Leone XIV | | Daniel Ibanez EWTN

Partecipazione, sinodalità, missione: sono i tremi portanti della riflessione offerta stamane dal Papa ai Membri dell’“International Youth Advisory Body” (IYAB), del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita.

La partecipazione ecclesiale -osserva Leone XIV – “nasce dalla vicinanza al Cuore di Cristo. Ha una radice spirituale, non ideologica o politica. Il Signore porta sempre nel suo Cuore il mondo intero. Qui sta la sorgente della partecipazione. Chi è vicino a Gesù, chi diventa suo amico nella preghiera, attraverso i Sacramenti e nella vita quotidiana, comincia a sentire come Lui sente; comincia a portare nel cuore il mondo intero: nulla gli è estraneo, nessuna persona gli è indifferente. Le sofferenze degli altri, i loro bisogni, le loro aspirazioni lo riguardano, lo toccano. Da qui il desiderio di partecipare, di sentirsi parte della missione universale della Chiesa, rivolta a tutti. Questo coinvolgimento è anche un segno di maturità umana e spirituale: il bambino è preoccupato solo dei propri bisogni, la persona matura sa condividere i problemi degli altri e li fa suoi”. E’ pertanto necessario immergersi “in Cristo, così da sentire come Lui sente e vedere come Lui vede”.

Secondo il Papa poi “la sinodalità è uno dei modi di attuare la natura della Chiesa che è comunione. A immagine della Santissima Trinità, anche la Chiesa è una comunione di persone: fedeli di ogni età, lingua e nazionalità che procedono insieme, che si arricchiscono a vicenda, che mettono in comune i beni spirituali propri di ciascuno. Nella Chiesa sinodale, dunque, si vuole ascoltare che cosa lo Spirito Santo dice ai giovani, si vuole accogliere i loro carismi, i doni specifici della loro età e della loro sensibilità. Nella Chiesa sinodale i giovani sono chiamati anche a farsi portavoce dei loro coetanei”.

Ma – aggiunge Papa Leone – “la Chiesa sinodale per i giovani è anche una sfida, una provocazione, perché li spinge a non vivere la fede isolatamente. Sapete che negli ultimi anni molti giovani si sono avvicinati alla fede tramite i social, mediante programmi di successo e testimoni cristiani molto popolari sul web. C’è il rischio, tuttavia, che la fede conosciuta on-line, rimanga un’esperienza solo individuale, che rassicura intellettualmente ed emotivamente, ma non diventa mai corpo, rimane disincarnata, cioè staccata dal corpo ecclesiale, non è vissuta con gli altri, nella concretezza delle situazioni di vita, delle relazioni e della condivisione reale. Gli algoritmi dei social media troppo spesso creano solo una cassa di risonanza del soggetto, cioè colgono le preferenze e i gusti personali e le “rimandano indietro” amplificate, arricchite di proposte accattivanti. Ma ognuno rimane solo con sé stesso, prigioniero delle proprie inclinazioni e delle proprie proiezioni”.

“Le esperienze di sinodalità vissuta – è il ragionamento del Papa - fanno superare le barriere dell’io e stimolano i giovani a diventare membri effettivi della famiglia di Gesù Cristo”.

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Infine la missione che è collegata alla sinodalità perché “quando è autentica, sfocia nella missione. Lo Spirito orienta alla missione. Anche voi avrete modo di sperimentare come la preghiera comune, l’ascolto, il confronto aiutino a capire in che modo far presente il Vangelo nel mondo di oggi. Questo è il discernimento ecclesiale per la missione: comprendere in ogni epoca come far arrivare il Vangelo a tutti. Tutto ciò richiede da voi giovani un cuore disposto ad ascoltare sia le “ispirazioni” dello Spirito sia le aspirazioni profonde di ogni persona, al di là delle apparenze, per cercare le vere risposte che danno senso alla vita; un cuore aperto alla chiamata di Dio e non fissato nei propri progetti, docile a comprendere e compatire prima di giudicare. La prospettiva della missione richiede anche la libertà dalle paure, perché il Signore ama chiamarci a percorrere strade nuove. E voi giovani potete essere, in questo senso, maestri di creatività e di coraggio”.

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