Città del Vaticano , venerdì, 31. ottobre, 2025 12:00 (ACI Stampa).
Partecipazione, sinodalità, missione: sono i tremi portanti della riflessione offerta stamane dal Papa ai Membri dell’“International Youth Advisory Body” (IYAB), del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita.
La partecipazione ecclesiale -osserva Leone XIV – “nasce dalla vicinanza al Cuore di Cristo. Ha una radice spirituale, non ideologica o politica. Il Signore porta sempre nel suo Cuore il mondo intero. Qui sta la sorgente della partecipazione. Chi è vicino a Gesù, chi diventa suo amico nella preghiera, attraverso i Sacramenti e nella vita quotidiana, comincia a sentire come Lui sente; comincia a portare nel cuore il mondo intero: nulla gli è estraneo, nessuna persona gli è indifferente. Le sofferenze degli altri, i loro bisogni, le loro aspirazioni lo riguardano, lo toccano. Da qui il desiderio di partecipare, di sentirsi parte della missione universale della Chiesa, rivolta a tutti. Questo coinvolgimento è anche un segno di maturità umana e spirituale: il bambino è preoccupato solo dei propri bisogni, la persona matura sa condividere i problemi degli altri e li fa suoi”. E’ pertanto necessario immergersi “in Cristo, così da sentire come Lui sente e vedere come Lui vede”.
Secondo il Papa poi “la sinodalità è uno dei modi di attuare la natura della Chiesa che è comunione. A immagine della Santissima Trinità, anche la Chiesa è una comunione di persone: fedeli di ogni età, lingua e nazionalità che procedono insieme, che si arricchiscono a vicenda, che mettono in comune i beni spirituali propri di ciascuno. Nella Chiesa sinodale, dunque, si vuole ascoltare che cosa lo Spirito Santo dice ai giovani, si vuole accogliere i loro carismi, i doni specifici della loro età e della loro sensibilità. Nella Chiesa sinodale i giovani sono chiamati anche a farsi portavoce dei loro coetanei”.
Ma – aggiunge Papa Leone – “la Chiesa sinodale per i giovani è anche una sfida, una provocazione, perché li spinge a non vivere la fede isolatamente. Sapete che negli ultimi anni molti giovani si sono avvicinati alla fede tramite i social, mediante programmi di successo e testimoni cristiani molto popolari sul web. C’è il rischio, tuttavia, che la fede conosciuta on-line, rimanga un’esperienza solo individuale, che rassicura intellettualmente ed emotivamente, ma non diventa mai corpo, rimane disincarnata, cioè staccata dal corpo ecclesiale, non è vissuta con gli altri, nella concretezza delle situazioni di vita, delle relazioni e della condivisione reale. Gli algoritmi dei social media troppo spesso creano solo una cassa di risonanza del soggetto, cioè colgono le preferenze e i gusti personali e le “rimandano indietro” amplificate, arricchite di proposte accattivanti. Ma ognuno rimane solo con sé stesso, prigioniero delle proprie inclinazioni e delle proprie proiezioni”.
“Le esperienze di sinodalità vissuta – è il ragionamento del Papa - fanno superare le barriere dell’io e stimolano i giovani a diventare membri effettivi della famiglia di Gesù Cristo”.



