A Vallendar, presso l’Università Vincent Pallotti, lo scorso 2 novembre, si è tenuto un simposio in onore del Cardinale Kurt Koch, Prefetto del Dicastero per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, che ha compiuto 75 anni lo scorso marzo. E il cardinale, in un breve discorso, che “la Chiesa non può mai essere fine a se stessa. Il suo scopo è piuttosto rendere Dio visibile nel mondo”.

Insomma, meno Chiesa e più Dio, perché la questione di Dio dovrebbe avere la precedenza, mentre – nota il Cardinale – “la società nel suo complesso dimentica Dio”, e “viviamo in un mondo in cui molte persone non riescono più a percepire Dio come una realtà presente nella loro vita e nel mondo. Vivono invece come se Dio non esistesse”.

Eppure, ha aggiunto il Cardinale, “ogni persona è essenzialmente connessa a Dio, che lo sappia o no”. Per questo, di fronte a un “preoccupante indebolimento della fede”, ci vuole una nuova evangelizzazione che ponga al centro proprio la questione di Dio. Chi non crede, ha notato, cerca il paradiso in terra, ma ci sono poche vie per questo paradiso, ovvero il divertimento, il lavoro e l’amore, che comporta "il grande pericolo che le persone si divertano fino alla morte, lavorino fino alla morte e persino si amino fino alla morte".

Il cardinale Koch ha anche parlato delle difficoltà che potrebbero crearsi con la nomina del primo vescovo donna di Canterbury, Sarah Mullaly, che sarà il capo spirituale della Chiesa Anglicana. La nomina potrebbe avere un impatto negativo non solo perché si tratta di una donna, ma perché Mullaly ha delle posizioni sull’etica sessuale che hanno già portato a uno scisma tra l'alleanza conservatrice Global Anglican Future Conference (GAFCON) e la Chiesa madre inglese, ha spiegato il cardinale. Ciò solleva la questione per la Chiesa cattolica su chi sarà il suo partner ecumenico in futuro: "Con chi dialogheremo se la Comunione anglicana è così profondamente divisa?"
Nel 2023, il Sinodo Generale della Chiesa d'Inghilterra, su raccomandazione dei vescovi, ha deciso di sviluppare un "programma pastorale completo" per accogliere le persone LGBTQI+, ovvero lesbiche, gay, bisessuali, transgender, intersessuali, queer e persone con altre identità di genere. Ciò ha incontrato una notevole resistenza, soprattutto in Africa. Di conseguenza, la rete anglicana teologicamente conservatrice Gafcon si è separata dalla Chiesa d'Inghilterra.