Ai teologi il Papa chiede di "riflettere sul deposito della fede e a farne emergere la bellezza e la credibilità nei differenti contesti contemporanei, perché appaia come una proposta pienamente umana, capace di trasformare la vita dei singoli e della società, di innescare cambiamenti profetici rispetto ai drammi e alle povertà del nostro tempo e di incoraggiare la ricerca di Dio".
C'è la ricerca filosofica che "dev’essere volto alla ricerca della verità attraverso le risorse della ragione umana, aperta al dialogo con le culture e soprattutto con la Rivelazione cristiana, per uno sviluppo integrale della persona umana in tutte le sue dimensioni".
E poi il diritto: "vi incoraggio a considerare e studiare a fondo i processi amministrativi, urgente sfida per la Chiesa". E infine le Scienze della Pace ed Ecologia e Ambiente: "la pace è certamente dono di Dio, ma richiede al contempo donne e uomini capaci di costruirla ogni giorno e di supportare a livello nazionale e internazionale i processi verso un’ecologia integrale".
Ma soprattutto è la formazione delle persone il "cuore della missione della Pontificia Università Lateranense". E al centro "della formazione devono esserci la reciprocità e la fraternità. Oggi, purtroppo, si usa spesso la parola “persona” come sinonimo di individuo, e il fascino dell’individualismo come chiave per una vita riuscita ha risvolti inquietanti in ogni ambito: si punta alla promozione di sé stessi, si alimenta il primato dell’io e si fatica a fare cooperazione, crescono pregiudizi e muri nei confronti degli altri e in particolare di chi è diverso, si scambia il servizio di responsabilità con una leadership solitaria e, alla fine, si moltiplicano le incomprensioni e i conflitti" spiega il Papa e chiede: "siate perciò segno profetico di comunione e di fraternità".
Poi il Papa parla della "scientificità, da promuovere, da difendere e da sviluppare" anche se il servizio accademico "spesso non gode del dovuto apprezzamento, anche a motivo di radicati pregiudizi che purtroppo aleggiano pure nella comunità ecclesiale" e "il rischio è quello di scivolare nella tentazione di semplificare le questioni complesse per evitare la fatica del pensiero, col pericolo che, anche nell’agire pastorale e nei suoi linguaggi, si scada nella banalità, nell’approssimazione o nella rigidità". Ma per il Papa "abbiamo bisogno di laici e preti preparati e competenti" e per questo servono "docenti preparati, posti nelle condizioni – pastorali, giuridiche ed economiche – di dedicarsi alla vita accademica e alla ricerca; che gli studenti siano motivati ed entusiasti, disposti allo studio rigoroso. Esige che l’Università dialoghi con altri centri di studio e di insegnamento, perché in questa prospettiva inter- e trans-disciplinare si possano intraprendere percorsi ancora inesplorati".
Infine il tema del bene comune perché il processo educativo e accademico, è volto a "formare persone che, nella logica della gratuità e nella passione per la verità e la giustizia, possano essere costruttori di un mondo nuovo, solidale e fraterno".
E in conclusione il Papa cita il professore Marcello Bordoni, venerabile: "è necessario assumersi il compito di pensare la fede e «il dialogo con il mondo, con la sua storia che cambia e che spesso provoca la fede del cristiano di fronte ai nuovi problemi ed alle nuove situazioni di vita, costituisce la palestra di questo impegno che è la “fatica del concetto”»".
"L’Università Lateranense occupa un posto speciale nel cuore del Papa e il Papa vi incoraggia a sognare in grande, a immaginare spazi possibili per il cristianesimo del futuro, a lavorare con gioia perché tutti possano scoprire Cristo e, in Lui, trovare la pienezza a cui aspirano. Grazie! E buon anno accademico!" Conclude il Papa.
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