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Una Caro, perché una nota dottrinale sulla monogamia?

Pubblicata la Nota sul valore del matrimonio come unione esclusiva e appartenenza reciproca del Dicastero per la Dottrina della Fede

Sposi in Piazza san Pietro |  | pd Sposi in Piazza san Pietro | | pd

Perché una nota dottrinale sulla monogamia? Per "la constatazione che diverse forme pubbliche di unione non monogama – a volte chiamate “poliamore” – stanno crescendo in Occidente, oltre a quelle più riservate o segrete che sono state comuni nel corso della storia".

Così si legge nella Nota "UNA CARO. Elogio della monogamia - Nota dottrinale sul valore del matrimonio come unione esclusiva e appartenenza reciproca del Dicastero per la Dottrina della Fede" pubblicata oggi. Il tema è la unità come fondante del matrimonio. E nella nota si parla anche delle espressioni di unità. Mettendo l'accento sulla unione totalizzante e nel rispetto della dignità di ogni coniuge.

Il Prefetto, il cardinale Fernandez, nella introduzione spiega che si tratta di una raccolta di testi e che se si vuole "cogliere soltanto una breve sintesi riflessiva per motivare la scelta di un’unione esclusiva tra una sola donna e un solo uomo, sarà sufficiente leggere l’ultimo capitolo e la conclusione della presente Nota, centrati sull’appartenenza reciproca dei coniugi e sulla carità coniugale".

La questione è anche quella della poligamia che è diffusa in diversi paesi, che chiedevano testi per motivare la monogamie, perché non basta e "la questione è intimamente legata al fine unitivo della sessualità, che non si riduce a garantire la procreazione, ma aiuta l’arricchimento e il rafforzamento dell’unione unica ed esclusiva e del sentimento di appartenenza reciproca".  E "la Nota si soffermerà solo sulla prima proprietà essenziale del matrimonio, l’unità, che può essere definita come l’unione unica ed esclusiva tra una sola donna e un solo uomo o, in altre parole, come l’appartenenza reciproca dei due, che non può essere condivisa con altri". E per questo "verranno approfondite sia l’unità come proprietà essenziale, realtà oggettiva e costitutiva del matrimonio, caratteristica prima e fondante di ogni sua manifestazione, sia le differenti espressioni di quella medesima unità che arricchiscono e rafforzano l’alleanza coniugale, rendendo così possibile allo stesso tempo la percezione di questa unità non come un riflesso monolitico dell’unità divina, ma come espressione dell’unico Dio che è comunione nelle relazioni trinitarie".

Ci sono poi molte pagine di riferimenti che partano dalla Bibbia e arrivano ai pensatori contemporanei e ai Pontefici, a partire da Leone XIII.

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Una parte è dedicata alle filosofie cristiane e a quelle non cristiane, e perfino alla poesia, e la parola chiave sembra "appartenenza reciproca". Infine la parte essenziale che anche il Cardinale indica come tale: la carità coniugale.

E si tratta di una "amicizia coniugale, carica di conoscenza reciproca, di apprezzamento dell’altro, di complicità, di intimità, di comprensione e pazienza, di ricerca del bene dell’altro, di gesti sensibili, nella misura in cui supera la sessualità, allo stesso tempo la abbraccia e le dà il suo significato più bello, più profondo, più unitivo e più fecondo". C'è poi il tema della apertura al mondo esterno, e alla società.

Interessanti le conclusioni: "ogni matrimonio autentico è un’unità composta da due singoli, che richiede una relazione così intima e totalizzante da non poter essere condivisa con altri". Si tratta di "un’unione tra due persone che hanno esattamente la stessa dignità e gli stessi diritti" e che "esige quell’esclusività che impedisce all’altro di essere relativizzato nel suo valore unico e di essere usato solo come mezzo tra gli altri per soddisfare dei bisogni". E serve una crescita dell'amore perché "l’amore che non cresce inizia a correre rischi" e "l’unità matrimoniale non è solo una realtà che deve essere sempre meglio compresa nel suo senso più bello, ma anche una realtà dinamica, chiamata a uno sviluppo continuo"

Non ci sono molte novità in effetti e il testo sembra più un riassunto ad uso dei corsi per la preparazione al matrimonio e più pastorale che dottrinale. Ma del resto di questo c'è grande bisogno proprio nella pastorale considerando che molti arrivano al matrimonio cattolico scarsamente consapevoli di cosa sia davvero.

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